PRIMA METÀ
Il destino nel nome: ad aprire una gara da leggenda è John Legend, con una commovente interpretazione dell’inno USA. L’atmosfera alla Oracle Arena, per questa gara 1 delle Finals 2016, è densa, tesa, carica di aspettative. Prima indicazione tattica: si era tanto parlato di Andre Iguodala nel quintetto Warriors; a partire è invece Harrison Barnes, con coach Kerr che conta di utilizzare Iggy come arma difensiva su LeBron. Gli starting five sono i soliti: altre sfide da tenere d’occhio Curry vs Irving e Green vs Love. Primo tiro della partita: tripla sbagliata da Green; risponde proprio Love con la bomba a segno. Il centro numero uno per i Warriors arriva invece col tiro da sotto di Bogut. Le squadre sembrano contratte, si parte a ritmi bassi. Grande giocata di Barnes per ravvivare gli animi: dritto per dritto di forza e and-1 sontuoso. Risponde LeBron andando dentro con la moto. I Warriors stanno cercando di togliere le ricezioni sull’arco a Love e di punire Cavs sotto canestro. Barnes continua a buttarsi dentro senza problemi (7 punti e 3-3 sull’ennesima penetrazione). La violazione dei 24 secondi di Cleveland è l’ulteriore sintomo della difficoltà a entrare in partita. La prima tripla pazza di Curry costringe coach Lue al timeout sul (14-9). I Cavs hanno continue amnesie difensive: un vistoso errore porta alla schiacciata in libertà di Ezeli, con i Warriors che stanno iniziando a correre. La clamorosa giocata da ballerino di LeBron (piroetta a centro area e canestro appoggiato al vetro) è annullata dalla seconda bomba di Curry: la sfida tra fuoriclasse si sta scaldando. Il primo quarto finisce 28-24 pro Warriors. Principali indicazioni tattiche: Warriors che sembrano molto superiori in transizione, Cavs ancora fuori giri ma in contatto, Curry fin qui al risparmio ma che fatica a tenere il primo passo di Irving.
Irving vs Curry (bleacherreport)
Preoccupazione Warriors in apertura di seconda frazione: Steph Curry si è diretto verso gli spogliatoi. Non si conosce l’entità dell’eventuale problema, ma il ritorno a bordocampo immediato dell’MVP fa ben sperare. Inizia la girandola dei quintetti extrasmall, con brani del Prescelto da centro marcato da Green. Lotta selvaggia sotto il canestro Warriors proprio tra LeBron e Green per entrare nel giusto mood emotivo. La conseguente palla a due premia LBJ. 2 canestri pazzi di Barbosa provano a indirizzare l’inerzia della partita. Sempre Barbosa mette anche la tripla, sdraia l’arbitro Ken Mauer e porta i Warriors in doppia cifra di vantaggio (39-28). Iguodala, per rimarcare l’assunto, è sontuoso in difesa single coverage prima su LeBron e poi su Irving. Il ritmo della partita accelera e Golden State allarga la forbice: la Death Lineup sta entrando sottopelle ai Cavs. Cleveland sembra pericolosa solo quando si costringe ad attaccare nei primi secondi dell’azione. Sulle ali del trio James-Love-Irving i Cavs riescono a tornare sotto la doppia cifra di svantaggio (49-41) in chiusura di frazione. Primo tempo marchiato Warriors (52-43 il risultato), ma il talento purissimo di LeBron tiene a galla il team allenato da coach Lue. La squadra di Kerr sta invece distribuendo bene sforzo e punti (Curry e Thompson cavalcati il giusto); la partita, comunque, è ancora lunga.
Warriors in controllo (bleacherreport)
SECONDA METÀ
Non è la serata di JR Smith, secondo tiro e secondo brutto errore. Deve pensarci ancora LeBron: è lui ad aprire le marcature del secondo tempo. Buona azione a cui segue un’altra brutta difesa: per Green è un gioco da ragazzi appoggiare a canestro nel deserto dell’area Cavs. Attacchi sterili in questo inizio terzo quarto; a elettrizzare la partita è Kyrie Irving, con un paio di miracoli da contorsionista dei suoi. 56-52, timeout Kerr e tutto da rifare per i padroni di casa. Klay Thompson e Andre Iguodala si scambiano i ruoli: un paio di grandi difese su LBJ del primo e una bomba spezzagambe messa a segno dal secondo. Adesso la partita è davvero accesa e bellissima; a parte Curry (solo 6 punti sin qui) tutti i protagonisti attesi sono entrati in scena. Spettacoloso alley oop sull’asse LeBron-Thompson, altro grande passaggio del Prescelto per l’and-1 di Love e Cavs a -1. Di nuovo Love regala il sorpasso a Cleveland. Schiacciata da una parte (Green), schiacciata dall’altra parte (Thompson) e terzo quarto che continua a scorrere su binari serratissimi. Bellissimo vedere come, con i quintetti fluidi ed estremi in campo, le squadre cambino su tutti i blocchi e si permettano accoppiamenti davvero azzardati. All’ennesimo scontro fisico scoccano scintille tra Iguodala e Dellavedova; botta dove non batte il sole regalata da Delly, ma quasi-rissa sedata sul nascere. Iggy, che sembra averla presa sul personale, spara la bomba del +6 Warriors. 74-68 Golden State a un quarto dalla fine.
Iguodala conferma di essere in formato Finals MVP. Apre il quarto quarto da dove aveva chiuso il terzo: segnando. Una nuova giocata microonde di Barbosa regala il +10 a dei Warriors nuovamente infiammati. Sta entrando in partita anche la Oracle Arena. Panchina Warriors ancora protagonista: Iguodala, Barbosa, Livingston e Varejao sono infuocati. Livingston, in particolare, regala un clinic di arresto e tiro dalla media. 86-72 Warriors a 8 minuti dalla fine. I Cavs non riescono più a stare al ritmo di Golden State; Kerr, con coraggio, lascia i comprimari in campo, con una scelta che sta pagando canestro dopo canestro. Curry e Thompson, relegati sin qui a un inedito ruolo da sventolasciugamani, rientrano solo a metà quarto. Sulla schiacciata del 96-76 di Iguodala, a sei minuti dalla fine, la partita sembra definitivamente chiusa. Gol di JR Smith a quattro minuti dal termine, ma il +14 sembra un margine sicuro, anche se LeBron restringe ulteriormente la forbice. Punto esclamativo sulla partita messo dagli impalpabili Curry e Thompson di serata: due bombe, 104-89 e game over, sulle ali di una panchina stellare.