Da quando entrò nella NBA, nel lontano 2003, Lebron James è sempre stato comparato a Michael Jordan in ogni singola partita della sua carriera. Anche quando si tratta di ribaltare uno 0-2 pesantissimo in una finale NBA.
Infatti nelle finali della Eastern Conference del 1993 i Chicago Bulls di Jordan ribaltarono la serie contro i Knicks, dopo il cocente 2-0 iniziale di New York, vincendo quattro partite di fila e approdando così alle finali NBA contro i Phoenix Suns.
A tirare in ballo questa serie storica è stato Phil Jackson, il quale durante un’intervista ha dichiarato che Jordan durante quella serie giocò come se fosse impossessato, ed è quello che dovrebbe succedere a Lebron. Martedì non tardano ad arrivare le considerazioni di James al riguardo:
Penso che la cosa migliore ora sia giocare dando il massimo insieme ai mie compagni, cercando di spronarli a dare il meglio, questo è quello che faccio, questo è quello che sono. Nient’altro. Non sono Michael, non sono Ali. Non sono nessun altro di questi grandi sportivi, sono semplicemente me stesso. E nel caso in cui riuscissi a ribaltare la serie, non sarebbe grazie ad una trance agonistica, ma sarebbe grazie al duro lavoro di un’intera stagione. Phil è stato un grande coach. Mike un grande giocatore. Ma io sono chi sono.