Da tempo ormai la NBA è la lega con più statistiche personali e di squadra del mondo. Percentuale di tiro dei giocatori uscendo dai blocchi da sinistra o da destra, canestri subiti in contropiede e una valanga di altri dati vengono estrapolati giornalmente da decine di esperti per fornire analisi numeriche perfette sulle prestazioni degli atleti. Un dato curioso però non era ancora stato svelato e lo riporta uno studio di Personal Capital, secondo il quale i giocatori NBA spendono in media per spese personali 42,5 mila dollari al mese per un totale di circa 500.000 dollari all’anno.
Il dato parrebbe normale a fronte degli introiti stellari dei giocatori, che si aggirano mediamente intorno a 5 milioni annui. Il problema però sorge quando questi finiscono la carriera e non riescono a rallentare il tenore di vita, finendo sul lastrico nonostante la mole di denaro accumulata negli anni spesi come atleti professionisti. Il compito della società di consulenza Personal Capital, chiamata in causa dalla lega e dall’associazione giocatori NBA, è quindi di educare gli atleti ad avere una visione più ampia della loro vita, per spingerli a rendersi conto di dover fare un uso più oculato del denaro accumulato durante la carriera e, soprattutto, post-carriera.
Tra le spese maggiori dei giocatori campionati per lo studio figurano acquisti presso Apple, Mercedes Benz, Louis Vuitton. All’interno del 39% della spesa totale, sotto la voce “Other”, figurano acquisti di vestiti/scarpe per rimanere sempre alla moda. Tutto molto prevedibile insomma. Meno prevedibile e sicuramente più interessante invece, sarebbe vedere come Personal Capital affronta personaggi del calibro di JR Smith o Metta World Peace per incentivarli a razionalizzare i loro acquisti, dato che, ad una prima impressione, sembrano le classiche persone “facili” con cui discutere di risparmi e comportamenti razionali.
di Marco Malvezzi