La presenza di Draymond Green su un campo da basket è ormai sinonimo di polemiche: questa volta a prendersela con il numero 23 dei Golden State Warriors è stato LeBron James, co-protagonista di un alterco proprio con Green.
L’episodio incriminato è avvenuto quando mancavano circa 3 minuti alla fine della partita: durante un contrasto di gioco, Green finisce a terra in seguito a una sbracciata di LeBron, il quale scavalca/calpesta il giocatore dei Warriors. A quel punto Green rialzandosi colpisce James nelle parti basse (e come ti sbagli) con un movimento del braccio sfuggito agli arbitri; da qui, iniziano le prime schermaglie verbali tra i due, le quali si intensificano ad azione terminata, quando gli arbitri fischiano un doppio fallo ai due giocatori che, nel tentativo di recuperare un rimbalzo, si stavano “abbracciando” con troppo vigore. Il contenuto del fitto dialogo tra James e Green non è ovviamente noto, ma il giocatore dei Cavs ci ha tenuto a far sapere che non ha apprezzato quanto detto dal 23 dei Warriors:
“Draymond ha esagerato, ha detto cose che non mi hanno fatto piacere. La competizioni, quando si limita al sano agonismo, mi sta bene: tuttavia, alcune parole uscite dalla bocca di Green sono state decisamente esagerate, soprattutto se rivolte a un uomo che si reputa orgoglioso e che ha tre figli.“
Alla domanda se secondo lui gli arbitri dovrebbero andare a riguardare il colpo basso del giocatore dei Warriors, LeBron ha glissato:
“Non è una mia decisione, toccherà alla lega decidere. Io sono un agonista, perciò amo giocare contro gente come Draymond, e per quanto mi riguarda sono il primo a voler lasciare le cose sul terreno di gioco, ma questa volta ha esagerato.”
Non è mancata la risposta di Green, che ai microfoni di NBA TV ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“James mi ha calpestato, e a me questo non è stato bene: non mi può mica calpestare in questo modo! Sarebbe potuto andare in qualsiasi altra direzione, e invece mi ha calpestato deliberatamente. Per questo motivo abbiamo avuto uno scontro verbale: non me ne frega niente del nome che porti sulle spalle, io non arretro davanti a nessuno.”