Quarto atto delle NBA Finals 2016 in quel di Cleveland, Ohio, dove si torna in scena 48 ore dopo gara 3: i Cleveland Cavaliers cercano il punto del pareggio provando a ripetere la grande prova di mercoledì, i Golden State Warriors sono invece affamati di rivalsa dopo la spazzolata memorabile subita nella prima sfida della Quicken Loans Arena. I campioni in carica non presentano novità nello starting five, con coach Steve Kerr che si affida ai soliti noti: Stephen Curry, Klay Thompson, Harrison Barnes, Draymond Green e Andrew Bogut. In casa Cavs ritorna Kevin Love dopo la concussion rimediata in gara 2 ma non in quintetto: per coach Tyronn Lue parte ancora Richard Jefferson insieme a LeBron James, Tristan Thompson, Kyrie Irving e J.R. Smith. Partita decisiva quindi terna arbitrale d’esperienza con Dan Crawford che dirige assieme a Mike Callahan e Jason Phillips.
Entrambe le squadre conoscono l’importanza della posta in palio e l’inizio è scoppiettante: Harrison Barnes piazza 8 dei primi 10 punti – gli altri sono due liberi di Green – dei suoi con due bombe, dall’altra parte una tripla a testa per Smith e Irving mentre gli altri 4 portano la firma di Thompson che inizia a farsi sentire a centro area. 10 pari dopo 3 minuti e l’equilibrio prosegue con Klay Thompson e Kyrie Irving a prendersi la scena, con LeBron e Steph Curry ad aspettare la partita. The Chosen One va a bersaglio per la prima volta a 4 dalla fine del primo quarto, lo imita l’MVP che con una tripla pareggia a quota 20 nel possesso successivo. Dalla panchina si alza Love portando 4 punti alla causa dei Cavs, dall’altra Kerr pesca dal nulla James Michael McAdoo che viene scongelato ma si fa subito trovare pronto col canestro in schiacciata su assist di Iguodala. Dopo 12 minuti un punto di vantaggio Warriors: ospiti avanti 29-28.
Gli Splash Brothers non sono quelli di gara 3, lo conferma la tripla a testa messa a segno da Curry e Thompson nei primi minuti del secondo quarto. Dall’altra parte però Shumpert e Dellavedova danno tanto in difesa oltre a segnare anche nella metà campo offensiva, rispondendo colpo su colpo. L’equilibrio non si smuove e le due squadre si affidano ai loro uomini migliori: Curry e Thompson molto coinvolti per Golden State, Irving a guidare l’attacco dei Cavs che possono contare su un LeBron più passatore che realizzatore. LBJ innesca Love dall’arco per la tripla nel finale di quarto e arriva all’intervallo lungo con appena 7 punti nel suo score, 16 invece per Irving che costruisce il vantaggio minimo dopo due quarti di gioco: 55-50 per i Cavaliers ma i Warriors – 14 Curry e 11 Thompson – ci sono eccome.
Il terzo quarto si apre con Irving in lunetta a gioco fermo, ad amministrare un fallo tecnico fischiato a Luke Walton a fine secondo quarto. Il prodotto di Duke riprende da dove aveva lasciato provando a costruire una piccola fuga ma dall’altra parte Golden State rientra assatanata coi suoi gioielli a dettare legge in attacco: gli Splash Brothers sono bollenti e bombardano dall’arco, con Klay che in un amen arriva a quota 21 punti e Steph che firma il canestro del sorpasso a 3 minuti dal termine. 23 per l’MVP che chiama, LeBron allora risponde con canestri in tutte le maniere salendo a quota 14 e piazzando anche una super stoppata su Curry per marcare il territorio. Il numero 30 tuttavia non si fa intimidire e segna ancora in backdoor appoggiando al vetro allungando per gli ospiti, ma uno sfavillante Irving da 27 punti tiene in scia Cleveland. Love fa 2 su 2 dalla lunetta e apparecchia la tavola per un quarto periodo al cardiopalma: Warriors avanti 79-77.
Il quarto periodo è inaugurato dal canestro della parità di Kevin Love e del sorpasso di LeBron ma Livingston non ci sta e segna col semi-gancio prima della tripla mortifera di Harrison Barnes, LBJ vola a rimbalzo d’attacco schiacciando in testa a tutti prima del palleggio-arresto-tiro di Iguodala che costringe Lue a fermare la partita. La palla inizia a pesare alla ripresa del gioco e i Cavs subiscono un mini-parziale firmato Curry d’opportunismo e Barnes con una bomba che fa male e spegne the Q: +9 Warriors, altro timeout Cavs. La tensione si fa sentire con errori a ripetizione da una parte e dell’altra: LeBron forza ma non gli entra nulla, Golden State costruisce buoni tiri che sbaglia ma con la difesa mossa arrivano rimbalzi in attacco fondamentali. Troppa confusione, Kerr vuole mettere ordine: timeout a 4 minuti dalla sirena coi campioni in carica che iniziano a fiutare il colpaccio. Irving non è d’accordo e riduce il margine ma Frye fa una follia in difesa saltando su una finta di Curry che ringrazia e con la tripla scrive +10 per gli ospiti. Storie tese tra Draymond Green e un nervoso LeBron: i due si allacciano, gli arbitri vanno a rivedere ma affibbiano soltanto un fallo normale a testa. Cleveland fatica in attacco, segna solo Irving che piazza il trentello ma la difesa di Golden State sale di colpi e spegne ogni velleità, poi ci pensa l’MVP in penetrazione appoggiando al tabellone a chiudere i conti. L’ultimo minuto è costellato dalla battaglia di nervi dei tiri liberi ma ormai è andata: finisce 108-97 per Golden State che vola sul 3-1 nella serie e avrà il primo match point sulla racchetta in casa alla Oracle Arena lunedì per laurearsi campioni NBA per il secondo anno di fila, a Cleveland serve un miracolo sportivo.