La sospensione inflitta dalla Lega a Draymond Green in vista di gara 5 ha innescato un vespaio di polemiche e dichiarazioni che non facilitano a tranquillizzare gli animi in vista della sfida in programma questa notte alla Oracle Arena di Oakland, California, dove la squadra di Steve Kerr può concedere il bis col titolo dell’anno passato. Gli schieramenti sono chiari: i Warriors a difesa di Green, i Cavs a difesa di LeBron James tranne uno.
Kevin Love è l’unica voce fuori dal coro in casa Cleveland: con tutti votati a difendere LBJ dalle accuse nell’aver provocato Green, l’ex Minnesota non si può dire che attacchi ma di certo non prende le parti del numero 23 dei Cavaliers. Ecco le parole di Love rilasciate dopo l’allenamento di ieri.
E’ difficile da dire ma lo step-over è una forma irrispettosa a mio avviso. Non voglio entrare nel merito della vicenda o giudicare quello che è successo, anche perché è molto complicato, però in generale la pratica dello step-over non è per niente piacevole da subire. I tempi sono cambiati, mi spiego: non siamo più negli anni ’70 quando giocava mio padre che non c’erano telecamere e alcune situazioni sfuggivano agli occhi di arbitri e spettatori. Adesso è tutto diverso: ci sono telecamere ovunque che riprendono qualsiasi cosa da migliaia di angolazioni, nulla passa inosservato. E’ normale che ci sia grande fisicità a questi livelli e alcune volte nella foga della partita può capitare che si facciano cose in maniera involontaria come può essere accaduto l’altra sera. Bisogna prestare più attenzione a certi dettagli: i contatti duri ci stanno e sono la normalità, però è necessario non esagerare.
Nella parte finale Love cerca di aggiustare un po’ il tiro ma le sue dichiarazioni non lasciano spazio a fraintendimenti e sono un elemento di discontinuità fragorosa nelle litanie unisone del resto dei Cavs a difesa del proprio leader: chissà come l’avrà presa LeBron…