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Kyrie Irving loda LeBron James e “ringrazia” Kobe Bryant

Kyrie Irving è stato uno dei principali artefici del titolo conquistato dai Cleveland Cavaliers, trionfatori in una gara 7 thrilling alla Oracle Arena contro i Golden State Warriors dopo una serie finale stupenda. Sì LeBron James è stato eletto MVP ed è stato il leader che ha trascinato la squadra nel momento più difficile, ma il prodotto di Duke l’ha seguito a ruota sfoderando anch’egli una gara 5 da 41 punti e supportandolo sia in gara 6 sia nell’ultimo atto, dove ha timbrato la vittoria con la tripla decisiva nell’ultimo minuto dei regolamentari.

Così come LeBron, anche Kyrie esplode in un uragano di emozioni a fine partita per quello che è il suo primo anello della carriera, raggiunto grazie a una serie di prestazioni fuori dal mondo accettando alla grande il ruolo di secondo violino ed eseguendo lo spartito in maniera sublime.

Kyrie ha parlato in conferenza stampa tessendo le lodi di quella leggenda vivente che è LeBron James e rendendo omaggio a uno dei più grandi della storia che si è ritirato proprio in questa stagione, ovvero Kobe Bryant che è stato un ispiratore a detta del numero 2 per i 17 punti piazzati nel secondo tempo dopo una prima metà di gara un po’ in sordina. Ecco le dichiarazioni di Irving.

Devo essere sincero: nelle ultime 48 ore non sono riuscito a chiudere occhio. Non penso di aver contemplato così tante idee e tanti scenari nella mia testa come negli ultimi due giorni, non mi era mai capitato. In momenti del genere pensi a un sacco di cose al di là di vincere o perdere la partita: come sarà la tua prestazione, come sarà il tuo impatto sulla partita, cosa faranno i tuoi compagni. Non vedevo l’ora che iniziasse gara 7 e infatti mi sono un po’ rasserenato dopo la palla a due: mi sono detto “oh finalmente si gioca, basta pensare”. Nel primo tempo però non sono riuscito a giocare come al solito, ero poco fluido. All’intervallo mi sono detto “ok devo stare tranquillo, così non va”, non ero il solito Kyrie: ho ricercato dentro di me tutte le energie nervose residue e la mentalità che mi ha trasmesso crescendo un’icona come il Mamba ( Kobe Bryant, ndr) è stata fondamentale. Tutto quello che avevo nella testa era pensare come il Mamba, solo grazie a un agonista come lui ho potuto abbracciare questa filosofia.

LeBron? Non posso che essergli grato: è un onore per me essere suo compagno di squadra e giocandogli accanto ho capito ancora di più che tipo di leader positivo sia. Ci ha trascinato nel momento più difficile della serie e ci ha aiutato a rialzarci, sono felice di poter imparare ogni giorno da lui e spero di poter diventare un leader come lui un giorno, più avanti nella mia carriera, anche se come LeBron è davvero difficile. Stasera non ha giocato, ha composto: mi sembrava di vedere Beethoven. Che dire d’altro, ha messo insieme una tripla doppia spaventosa in gara 7 delle NBA Finals: strepitoso. So che ci sarà ancora gente che lo critica, che non lo ritiene un grandissimo, ma non gli importa, non importa neanche a me: che parlino pure, quello che conta è che siamo campioni e che tutta la nostra squadra questa sera ha scritto la storia.

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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