Neanche il tempo di smaltire la cocente delusione per il titolo perso (dopo essere stati sopra 3-1) contro Cleveland che per gli Warriors è già tempo di pensare alla prossima stagione. La free agency che attende Golden State riserverà delle insidie e le decisioni da prendere potrebbero cambiare – in parte – l’ossatura di una squadra che nonostante adesso sia sotto i riflettori della critica per la débâcle finale, negli ultimi due anni ha vinto un titolo NBA, ha battuto il record di vittorie per la stagione regolare (73); giocando un basket mai visto prima e con un giocatore (bi-MVP) che sta rivoluzionando il Gioco.
Harrison Barnes è entrato nell’ultimo anno del suo contratto da rookie e dopo aver rifiutato l’offerta di 64M dell’estate scorsa esplorerà la sua free agency, consapevole del fatto che con il nuovo contratto in vigore e soprattutto le sue caratteristiche può ambire a prendere più soldi – molti più soldi – e farà gola a molti. Anche qui è meglio evitare di focalizzarsi solo sulle recenti Finals poco brillati, pensando piuttosto a quanto le sue skills (elasticità, tiro, capacità di difendere su diverse tipologie di fisico) lo rendano un buonissimo 3-D, ruolo tanto apprezzato nel basket di oggi. E’ facile pensare che qualche franchigia punterà forte su di lui (Portland? Washington?) ma gli Warriors potranno avere l’ultima parola visto che il giocatore sarà Restricted Free Agent (RFA da ora in avanti) e che quindi Golden State potrà pareggiare ogni offerta.
Situazione analoga è quella di Ezeli, anche lui RFA. Nonostante non sia giovanissimo (26 anni) ha iniziato a giocare da poco e con quel fisico d’ebano possente che si ritrova le offerte di squadre in cerca di prospetti da sviluppare non mancheranno. Sia lui che Barnes hanno dichiarato di non aver ancora pensato al loro futuro e di essere stati concentrati solo sulle finali. Tenerli entrambi – a meno di rinunce economiche importanti – sembra difficile, considerando che Barbosa, Speights, Varejao, Rush hanno esaurito i loro contratti ed anche Livingston (parzialmente garantito, decisione da prendere entro il 30 Giugno) rischia molto. Per di più il prossimo anno sarà anche l’ultimo anno di contratto per Bogut, Iguodala (fondamentale per la sua difesa sui vari Durant, LeBron ecc.) e soprattutto per Curry.
Le partenze di Speights, Varejao e Rush sono pressoché certe, così come potrebbe esserlo quella di Livingston per cercare di aumentare spazio salariale. Con le condizioni fisiche sempre molto delicate di Bogut e l’incertezza sul futuro di Ezeli qualcuno nel front-court arriverà, con gli ultimi rumors che vorrebbero gli Warriors interessati a Nowitzki. Sembra difficile immaginare il trentottenne tedesco lontano dal Texas ma se Dallas decidesse di iniziare quel rebuilding che pare inevitabile la situazione potrebbe farsi interessante.
Ma il nome più importante accostato agli Warriors da mesi a questa parte è senza dubbio quello di Durant. Tra le tante pretendenti alla stella dei Thunder c’è sicuramente anche Golden State: mentre le analisi su come fare ad inserire un giocatore come Durant in un contesto di gioco come quello degli Warriors vanno avanti da mesi è quasi ironico pensare a come fino a qualche settimana fa l’opinione di molti era che Durant avrebbe fatto un affare ad unirsi ad una macchina-perfetta come Golden State mentre adesso, dopo il titolo sfumato, la visuale si sia ribaltata totalmente con i californiani che dovrebbero assicurarsi il sei volte All Star per poter superare le loro difficoltà.
Difficile dirlo, come difficile sarebbe trovare spazio per i 28 milioni abbondanti del nuovo contratto di Durant: oltre alle rinunce ai già citati Barbosa e Speights, seguirebbero Barnes – ovviamente – e almeno due tra Iguodala, Bogut e Livingston. Senza considerare l’incognita su Ezeli e la quasi certezza di dover pagare la luxury tax, nonostante l’innalzamento del salary cap a 94M. Gli Warriors non hanno flessibilità salariale e come detto anche da Bogut in un’intervista post-finali sarà molto difficile che la franchigia possa tenere tutti già così. Figuriamoci poi con l’arrivo di un contratto come quello di Durant. È vero anche – per controbilanciare – che l’aggiunta di KD ai già presenti Curry-Thompson-Green andrebbe a comporre uno degli starting-five più forti di sempre.
(Se volete provare a fare i vostri incastri, conti, trade o supposizioni personali varie la situazione salariale degli Warriors la trovate qui.)
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Gli Warriors si sono comunque detti molto attenti all’evolversi della sua situazione e il giocatore non ha chiuso a nessuna opzione possibile dicendo che la decisione che prenderà sarà dettata dalla situazione che riterrà migliore per poter continuare a giocare ad altissimo livello.
Ma occorrerà inoltre pensare a come rinforzare la panchina, una delle armi segrete di Golden State di questi due anni. L’obiettivo principale è quello di trovare uno se non due veterani da poter prendere con pochi soldi (tipo gli Spurs con David West nella passata stagione) ma che potrebbero assicurare un buon rendimento quando chiamati in causa. Barbosa potrebbe accettare un contratto al minimo per giocatori con la sua esperienza (veteran contract), magari anche solo per riconoscenza nei confronti di Steve Kerr. Altri potrebbero essere giocatori tipo Dudley o Gerald Green; più difficile – se non impossibile – arrivare ad altri come Clarckson o Crabbe, che sarebbero dei grandi fit ma troveranno squadre disposte ad investire molto su loro e gli Warriors semplicemente non potranno permetterlo.
Con l’ultima scelta del primo giro (30) al draft sarà difficile aggiungere molto – anche se gli Warriors hanno dimostrato di saper scegliere molto bene vedi Draymond Green alla trentacinque – ma magari potrà trovare un po’ di spazio Kevin Looney, preso l’estate scorsa con la stessa pick e tenuto fuori tutta la stagione da un infortunio alle anche.
Lo scenario più probabile
Gli Warriors rischiano di dare a Barnes qualcosa tipo 127M per i prossimi cinque anni che se ci pensate non è lontanissima dallo sforzo necessario per prendere KD, attorno ai 170. Sognare Durant non è del tutto sbagliato ma considerando anche tutto quello a cui dovrebbe rinunciare il giocatore (città che lo ama, molti più soldi, contesto tecnico familiare) dovrebbe restare un sogno.
Ezeli potrebbe aver giocato in gara-7 la sua ultima partita in maglia giallo-blu con la coppia Mayers-Kerr già intenta a trovare il sostituto di Bogut, che a meno di sorprese dovrebbe salutare tra un anno. È più probabile che Barnes alla fine rimarrà; e anche se dovesse decidere di accettare una nuova sfida è più probabile che non si punti su grandi nomi. Gli Warriors hanno già rifiutato nomi altisonanti (il rifiuto allo scambio Love-Thompson coi T’Wolves) per dare fiducia al progetto e tutto fa pensare che sarà così anche quest’anno.
Questo però non impedirà di poter arrivare a buoni role player da aggiungere alla struttura già esistente; che siano Nowitzki, Durant o altri lo scopriremo, ciò che è certo è che, nonostante le critiche che pioveranno nei prossimi giorni per aver perso malamente un titolo che sembrava già vinto, i tifosi dei Warriors possono dormire sogni tranquilli: 73 vittorie e la più grande – forse – rivoluzione della storia del Gioco non accadono per caso. Come dicono da quelle parti “Strenght in Numbers” e francamente sembrano numeri abbastanza forti da cui ripartire.
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