Categorie: Road To Draft

Road to Draft 2016: Henry Ellenson

Nato il 13 gennaio 1997 a Rice Lake nel Wisconsin, questo ragazzone bianco con i capelli di un biondo che vira sul rossiccio ( ed i paragoni con il Red Mamba, Brian Scalabrine, non tardarono infatti ad arrivare ) inizia a destare le attenzioni di alcuni grandi atenei sin dalla prima stagione alla Rice Lake High School per poi accettare, una volta terminata la carriera liceale, le avances di Steve Wojciechowski, Coach di Marquette University: carriera liceale che permette ad Ellenson di accaparrarsi l’ambito riconoscimento di Wisconsin Mr. Basketball 2015 e di partecipare alla vincente spedizione di Team Usa al mondiale Under-17 del 2014 a Dubai.

Anno strepitoso quello appena trascorso tra le fila dei Golden Eagles per Ellenson, che si è fatto notare come uno dei Freshman più solidi e con le maggiori possibilità di un impatto immediato nella NBA, facendo lievitare costantemente le sue quotazioni per il prossimo Draft nel quale alcuni lo vedono addirittura come una potenziale top10 pick: a dare man forte alla sua candidatura per un ruolo da protagonista nel Draft 2016 la quasi doppia doppia di media registrata a fine stagione ( 17 punti e 9.7 rimbalzi ), una maturità rara in un ragazzo di 19 anni e un arsenale offensivo molto ampio che ha subito impressionato gli scout NBA.

Analizziamo ora le caratteristiche principali di questa Ala Grande/Centro che troveremo dall’anno prossimo tra i pro della NBA: volendo inizialmente concentrarci sugli aspetti positivi del gioco offensivo proposto dal prospetto dei Golden Eagles non possiamo che partire dal suo tiro, un fondamentale che sembra essere davvero solido in questo ragazzo ( 40% dalla media ) che presenta, oltre ad una buona forma ed un ottimo rilascio, anche un buon “range” che potrebbe allietare quelle squadre alla costante, disperata, ricerca oggigiorno di un lungo che sappia aprire il campo quando necessario; la percentuale del 29.9% da 3 punti con cui ha chiuso la stagione non è certo rilevante di per sé ma ha mostrato un giocatore in grado di essere pericoloso da fuori ed in possesso, inoltre, di un buon repertorio di finte che lo portano spesso a potersi addentrare in area lasciando sul posto il proprio difensore diretto.

Questa capacità del ragazzo di poter essere una minaccia da qualsiasi posizione in sostanza non è comunque la sua abilità principale, ad aver maggiormente attirato l’attenzione degli specialisti infatti sono le sue doti da ball handler, inusuali per un cestista della sua stazza ( 2.11 m. e 110 kg. ): una volta fatta valere la propria consistenza a rimbalzo, Ellenson è capace di far partire con pericolosità il contropiede, lanciandosi spesso in coast-to-coast; questa caratteristica non ne fa di certo un possibile contropiedista NBA ma lo avvicina a quella tipologia di giocatore estremamente versatile così in voga nella NBA di adesso.

I dubbi maggiori circa la bontà di Ellenson come giocatore nel contesto NBA si sostanziano principalmente sul suo davvero povero atletismo, povertà atletica che investe tutti i campi del suo gioco e che, essendo una qualità relativamente allenabile, potrebbe considerevolmente bloccare il suo percorso di crescita ed una sua integrazione tra i pro: la pesantezza con cui muove i piedi ne fanno un giocatore discretamente difendibile da chiunque in una lega di super atleti; primo passo molto lento e mancanza di esplosività nei pressi del ferro possono permettere a giocatori più piccoli di tentare facilmente uno sfondamento e a giocatori della sua stazza di stopparla facilmente nei dintorni del canestro, queste grave mancanza inoltre non può che limitare l’efficacia del suo buon repertorio oltre che minare la fiducia dello stesso Ellenson qualora soccombesse eccessivamente con il proprio difensore.

Le difficoltà maggiori, tuttavia, emergono nella fase difensiva, vero punto di domanda del ragazzo di Rice Lake: alla scarsa mobilità, costosissima in termini di difesa sul perimetro e di aiuto sui pick&roll, va ad aggiungersi una deficitaria attitudine generale in termini di abnegazione e comprensione dello sviluppo della manovra avversaria; non di rado infatti Ellenson è stato colto nell’osservare prolungatamente il pallone senza curarsi delle scelte che avrebbe dovuto effettuare nella propria metàcampo, perdendo spesso il contatto visivo con il proprio uomo, il quale, il più delle volte, riesce a concludere efficacemente al ferro visto le pesanti lacune che Ellenson accusa nella difesa in post e, soprattutto, come rim-protector ( 1.5 stoppate a partita nella stagione appena conclusa, non proprio il massimo per un lungo )

Credits: www.foxsports.com

Detto dei pro e dei contro che il prodotto di Marquette University porta al tavolo delle decisioni in ottica Draft è difficilmente pronosticabile in quale posizione verrà scelto, molto dipenderà dagli allenamenti che sosterrà con le varie franchigie: alcuni lo proiettano addirittura tra le prime 10 scelte, in virtù soprattutto della giovane età e della comunque solida stagione mostrata nel Wisconsin; chi vi scrive potrebbe vederlo bene a Milwaukee ( Wisconsin ) che con la scelta numero 10, soprattutto qualora si disfacesse di Monroe e dovesse/volesse rimpinguare il reparto lunghi potrebbe decidere di far valere la propria azione su un ragazzo del luogo.

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Pubblicato da
Stefano Romani

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