Nasce il 24 ottobre del 1996 a Marietta ( Georgia ) uno dei prospetti più intriganti del prossimo Draft 2016, passibile di essere scelto nelle primissime posizioni: Jaylen Brown mette in mostra il suo impressionante talento sin dai primi giorni alla Wheeler High School, dove erano già passati giocatori del calibro di Shareef Abdur-Rahim e J.J. Hickson, trascinando i suoi compagni al titolo statale 2015; vittoria al cardiopalma agguantata grazie alla freddezza ai liberi dello stesso Brown che, con un 2 su 2 a 0.6 secondi dalla sirena, ha permesso ai suoi di avere la meglio con il punteggio di 59-58.
Terminata la carriera liceale con un successo e con gli occhi di tutti i Coach di Division I NCAA puntati addosso, viste anche le partecipazioni al McDonald’s All-American ed ai campionati americani U-18 con Team Usa, Brown, un po’ a sorpresa a dirla tutta, decide di optare per un College sì importante ma non quanto tutti i vari che si erano impegnati nel corteggiarlo, accettando la proposta di Coach Cuonzo Martin a California, allettato soprattutto dalla presenza di un altro Freshman meraviglia come Ivan Rabb, grande amico di Brown ed anche lui futura stella NBA ( Draft2017, ha deciso di rimanere un altro anno a Cal ): Brown approda a Berkeley sotto grandi aspettative ed il pesante fardello di essere considerato quasi unanimemente ( dopo Simmons ) il miglior prospetto della nazione; la stagione con i Golden Bears, seppur malamente conclusasi con l’eliminazione al primo turno del torneo NCAA per mano dei meno quotati Hawaii Rainbow Warriors, ha visto il ragazzo fregiarsi di alcuni importanti riconoscimenti come il Pac-12 Freshman of the Year e l’inserimento nel First Team della stessa Pac-12, a coronamento di un’annata chiusa con una media di 14.6 punti, 2 assist e 5.4 rimbalzi.
2 mt. e 100 kg. di pura esplosività per un ragazzo nato con un corpo da adulto ed uno strapotere fisico che già oggi lo rendono un giocatore prontissimo per competere con i super atleti dell’NBA: un uomo in mezzo a dei bambini, questo è sempre sembrato essere Jaylen Brown sin dagli anni a Wheeler HS; ad impressionare maggiormente gli scout è quindi il suo debordante atletismo che ne fa un cestista in grado di attaccare il ferro con una facilità disarmante e di portare a suo vantaggio qualsiasi situazione concerne la ricerca di conclusioni ad alta percentuale.
L’elevazione e la potenza muscolare con cui si libra in aria sono da potenziale All-Star: le altezze che raggiunge con facilità gli permettono di essere un ottimo rimbalzista in entrambe le fasi del gioco ed inoltre di essere pericolosissimo una volta entrato nella metà campo offensivo; le schiacciate, eseguite saltando indifferentemente su entrambi i piedi d’appoggio o a due piedi, sono solo lo spettacolare corredo di un cestista in grado di assorbire contatti con giocatori di maggiore stazza senza perdere efficacia nella conclusione; le sue possibilità atletiche ne fanno un buon difensore con degli ampi margini di crescita, potendo difendere tranquillamente i rapidi spostamenti di avversari più piccoli e le spallate in post delle varie ali e centri su cui può difendere sia in aiuto che come piano tattico di partenza, rendendolo un potenziale All-Around Player, uno di quelli per cui adesso in NBA ci sono dei GM pronti a dissanguarsi.
Il ragazzo non ha ancora moltissimi movimenti offensivi palla in mano ma la velocità con cui esegue il crossover da una mano all’altra è estremamente efficace e la considerevole mobilità orizzontale, oltre alla già citata verticale, gli permette di guadagnare spazi sufficienti in area per rendersi pericoloso: nei prossimi due video avrete meglio modo di osservare quanto affermato e di divertirvi nel guardare alcuni momenti di puro show che Brown ha messo in piedi in quel della California.
Sono due gli aspetti che lasciano perplessi la gran parte degli addetti ai lavori: l’efficacia del tiro in fase offensiva e concentrazione, voglia di fare la differenza, in fase difensiva; Brown ha pagato dazio in termini di efficienza come tiratore nel passaggio dal liceo al college vedendo le sue medie notevolmente ridimensionarsi e sollevando qualche dubbio sulla considerazione di realizzatore di cui godeva prima dell’approdo a Berkeley.
Se da un lato va detto come medie da 48% dentro l’area, 29% da 3pt. e 65% ai liberi non siano un buon biglietto da visita per l’NBA, dall’altro lato è bene sottolineare come la forma di tiro non sia da buttare e fa ben sperare per un positivo sviluppo nel futuro; per quanto concerne la fase difensiva, come abbiamo sottolineato, Brown ha tutto il potenziale per diventare un difensore d’elite in grado di marcare 3-4 posizioni se non fosse che spesso ha dato mostra di una scarsa considerazione di questo aspetto del gioco: concentrazione e voglia di decidere una partita senza avere la palla in mano sono due aspetti chiave del basket ed è presumibile che maturando come uomo, oltre che come giocatore, abbia modo di fare progressi in tal senso.
Le proiezioni di Jaylen Brown in sede di Draft lo danno in forte oscillazione tra la chiamata 3, subito dopo Simmons ed Ingram, e l’ottava, nona scelta: difficilmente scalzerà i due prospetti più attesi di questo Draft 2016 ma, a parere di chi vi scrive, proprio la chiamata numero 3 potrebbe essere spesa per questo talento che sarebbe davvero interessante veder svilupparsi alla corte di Brad Stevens ai Celtics: i celtici hanno un’organizzazione di gioco in cui un potenziale difensore di qualità può inserirsi a meraviglia, considerando anche le possibilità di sviluppo che questi ha in attacco, dove i Celtics necessitano da un paio di stagioni di un giocatore esplosivo ed in grado di mettere punti sin da subito per poter ambire a qualcosa di più di un semplice approdo ai Playoff.