Road to Draft 2016: Domantas Sabonis

Da che mondo è mondo, poche cose al mondo mettono tanta pressione come le aspettative famigliari. In ogni famiglia ci sarà la nonna che vi vorrebbe avvocati, la zia che vuole campare fino a vedere le vostre nozze e non fa che farlo presente, il padre più o meno deluso dal fatto che il suo discendente non sia la sua esatta fotocopia. Ecco, figuriamoci cosa dev’essere quando uno di questi parenti, magari proprio il padre, porti un nome pesante sulla carta d’identità: non è un caso che raramente i figli di genitori più o meno importanti riescano a reggere questa pressione e a rivelarsi come i proverbiali degni eredi senza essere schiacciati dalle stesse aspettative che il nome porta con sé. Salvo Alberto Angela e Genny Savastano, peraltro appunto oberato dal rapporto con un padre che rifiuta di lasciare le redini dell’impero, casi simili si contano sulle dita di una mano, come insegnano, in ambito cestistico, quei poveri ragazzi che portano il cognome Jordan, e non intendiamo i figli illegittimi di Deandre The Giant. Eppure qualche caso si può trovare, anche e soprattutto in un mondo, quello della pallacanestro NBA, sempre più fitto di figli d’arte di gran successo (come insegnano, nonostante il finale di questa stagione, i due Splash Brothers). E quest’anno questo gruppo si arricchirà ulteriormente con un cognome particolarmente pesante che tornerà a calcare i parquet della Lega: quello di Sabonis, portato avanti dal figlio del grande Arvydas, Domantas. Che pare avere le carte in regola, se non per emulare, quantomeno per tenere alto il prestigio della stirpe, e che vi presentiamo in questa puntata di Road to Draft.

 

DOMANTAS SABONIS

 

Mentre Arvydas Sabonis, anomalo rookie lituano di 31 anni arrivato nella Lega solo dopo il Disgelo, cominciava a mostrare pienamente la sua infinita classe anche in questa parte dell’oceano con la maglia dei Portland Trail Blazers, la moglie Ingrida si ambientava nella metropoli del nordovest portandosi dietro un pancione sempre più evidente. Si trattava del secondo figlio della coppia, quel Domantas venuto alla luce proprio nei giorni in cui il papà metteva a ferro e fuoco la difesa degli Utah Jazz di Stockton e Malone nel primo turno dei playoffs del 1996. E il piccolo attingerà a piene mani dal pregevole bagaglio genetico paterno, come dimostra la precocità con cui, tornato in Europa, si affermò ai massimi livelli: esordio assoluto a 16 anni con l’Unicaja Malaga che ne acquistò i servigi, esordio in ACB a 17 anni (tuttora record del campionato spagnolo) e poco dopo anche in Eurolega. Il tutto senza mai firmare un contratto da professionista, perché il sogno restava l’America: e così nell’estate del 2014 l’evidentemente già benestante Domantas lasciò sul piatto 600.000 buoni motivi per passare subito professionista a Malaga pur di volare a Gonzaga University. Bastarono due anni a Spokane per mettere bene in mostra i suddetti geni paterni: 17.6 punti e 11.8 rimbalzi con il 61% dal campo da sophomore, nonché la sinistra capacità tutta di famiglia di alzare il proprio target quando più conta (leggasi March Madness, chiuse a 19.6 punti, 14.8 rimbalzi e 3.3 stoppate). Era dunque tempo che il prestigioso cognome lituano tornasse a circolare nei parquet della Lega.

Un giovane Domantas Sabonis in maglia Unicaja in Eurolega con il Fenerbahce (credits to www.euroleague.net)

CARATTERISTICHE TECNICHE

 

Il figlioletto di Arvydas, oltre a una buona dose del talento, ha preso dal padre anche le caratteristiche fisiche: Domantas infatti è un lungo di 2.11 per 109 chili, che può giocare sia da ala forte che da centro. Ad un fisico importante, molto potenziato negli ultimi due anni al college, il ragazzo associa però anche un’agilità e una rapidità insospettabili e una coordinazione quasi da esterno, che gli consentono di correre bene in contropiede e di attaccare anche fronte a canestro, oltre che di uscire e tenere in difesa anche sul perimetro. Il fisico invece è ben sfruttato soprattutto in area, dove Domantas non si tira certo indietro se c’è da prendere un colpo ed è molto bravo a concludere di potenza al ferro: e questa accoppiata fisico/velocità l’hanno reso, almeno a livello universitario, un realizzatore difficilmente arginabile, devastante nel pitturato (dove è bravo a crearsi spazio anche grazie a un’arsenale di finte degne del padre) ma anche con un range di tiro che si sta sensibilmente ampliando.

Credits to: upsidemotor.com

Il giovane Sabonis comunque non è certo il classico talento che pensa solo alla fase offensiva, ma anzi non ha paura di sporcarsi le mani, soprattutto a rimbalzo, dove è già ora una forza della natura per istinto, senso della posizione e mani forti sulla palla, sia in attacco che in difesa. Domantas, come il padre, fa ciò che serve alla sua squadra per vincere: ed è proprio questa mentalità vincente e fortemente competitiva ad affascinare gli scout, per un giocatore che in campo è un vero e proprio gladiatore su ogni pallone vagante e che dimostra spesso una maturità molto maggiore di quanto i suoi vent’anni appena compiuti lascerebbero intendere. Anche in questo caso il pedigree del babbo non pare estraneo al carattere dell’erede.

Se a livello NCAA queste caratteristiche l’hanno reso uno dei maggiori protagonisti del panorama dell’ultimo anno, quel che più preoccupa per Domantas è come esse si adatteranno al livello NBA. Sabonis jr infatti pare ancora leggero per fare il lungo nella Lega e trovare punti in area: fisicamente non è al livello dei lungagnoni della Lega, anche le braccia non sono lunghissime ed inoltre, da buon mancino, tende a usare troppo la mano forte, e il tiro non è ancora abbastanza affidabile per poter aprire il campo. Anche difensivamente, per quanta buona volontà ci metta, al momento non sembra poter marcare efficacemente né un 4 né un 5 a livello pro, per difetto di velocità nel primo caso, di fisicità nel secondo; l’atletismo inoltre non è eccezionale, e, torneo NCAA a parte, non pare avere le caratteristiche per poter proteggere il ferro o anche solo contestare i tiri.

PROSPETTIVE NBA

 

Il successo nella Lega di Domantas quindi passerà certamente dalla sua crescita perimetrale, che potrebbe potenzialmente renderlo un giocatore veramente interessante. Visti i geni di cui sopra e l’etica stessa al lavoro del ragazzo, molti scout paiono dunque pronti a scommettere su di lui, nonostante una leggera flessione nelle ultime settimane: non dovrebbe comunque superare di molto la decima chiamata e rimanere entro la zona lottery. Potenzialmente, Sabonis jr potrebbe diventare un lungo mobile in grado di attaccare sia in area che dal perimetro, tenendo botta a rimbalzo: una sorta di Pau Gasol nel migliore dei casi, a cui è stato spesso accostato. Paragoni importanti, che però, visto il cognome che porta sulle spalle dalla nascita (e lo stesso numero di maglia, se la pressione non fosse stata sufficiente), il giovane Domantas ha già dimostrato di saper sostenere egregiamente.

Father and son (credits to: www.delfi.lt)

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Giacomo Sordo

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