La stagione 2015/2016 dei New Orleans Pelicans è stata sicuramente al di sotto delle aspettative. Durante la scorsa estate ci si aspettava un Anthony Davis formato MVP, che coadiuvato dai vari Gordon, Holiday e Evans avrebbe potuto portare la franchigia ai playoff dopo diverso tempo. Il risultato, tuttavia, è stato ben diverso, con appena 30 partite vinte e ben 52 perse, per un 13° posto nella Western Conference che non ha fatto piacere a molti in Louisiana. L’arrivo in panchina di Alvin Gentry non ha portato i frutti sperati e l’esito è stato quello di una stagione da buttare, con l’unica magra consolazione della 6° scelta assoluta al Draft che ha portato in dote Buddy Hield (clicca qui per conoscere meglio il giocatore grazie al nostro approfondimento).
DRAFT
Parlando proprio del Draft, la scelta di Hield ha senz’altro un senso per la dirigenza Pelicans, che ha pensato bene di affiancare ad un Anthony Davis troppo spesso isolato un realizzatore già pronto per la NBA. Guardia dalle eccelse qualità offensive, Hield andrà con ogni probabilità a sostituire Gordon nello starting five dei Pelicans, portando una ventata di punti che quest’anno è più volte mancata alla truppa di Gentry. Lavoratore instancabile con un’etica invidiabile (come dimostra il passaggio dal 24% da tre del primo anno NCAA al 46% dell’ultimo), il prodotto di Oklahoma avrà molti occhi puntati addosso considerando che è con ogni probabilità il giocatore più pronto di questa Draft Class, ma siamo pronti a scommettere che questa pressione non andrà a limitarne le prestazioni.
Con la #32, poi, è arrivato Cheick Diallo, un centro di 210 cm che fa dell’atletismo il suo cavallo di battaglia. Povero di fondamentali e pessimo tiratore di liberi, Diallo vanta tuttavia un’apertura alare spaventosa, che unita all’ottima mobilità di piedi lo rende un buon difensore di squadra. Difficile che possa partire in quintetto con Davis, ma se il fisico lo aiuterà potrà sicuramente ritagliarsi uno spazio importante nei Pelicans del futuro.
MERCATO
La situazione salariale in casa New Orleans è abbastanza particolare: eccezion fatta per Gordon, Anderson, Cole e Perkins, tutti gli altri giocatori non sono in scadenza di contratto e questo comporta un Salary Cap già piuttosto pieno. Il problema principale riguarda la tenuta fisica di alcuni giocatori, Jrue Holiday e Tyreke Evans soprattutto: se entrambi riuscissero a restare alla larga dagli infortuni, un quintetto con loro due, Hield, Davis e un centro in arrivo dalla free agency non sarebbe da buttare, ma come detto il punto interrogativo sulla salute dei due amigos non è proprio trascurabile. L’ipotesi migliore per i Pelicans sarebbe riuscire a scambiarne almeno uno in modo da prendere giocatori più funzionali all’idea di gioco di Gentry, che a sua volta deve trovare il modo di valorizzare un Anthony Davis apparso un po’ troppo lontano da canestro nonostante i miglioramenti fatti nel jumper dalla media e dalla lunga distanza. Secondo l’opinione di chi scrive, comunque, anche Evans sarebbe da tradare, cercando un’ala 3-D (Trevor Ariza calzerebbe a pennello) in grado di coprire le lacune difensive del backcourt senza essere una tassa da pagare nella metà campo offensiva.
FUTURO
Se Davis continuasse i suoi miglioramenti, portando il suo gioco più vicino a canestro, e Hield si dimostrasse pronto fin da subito per la NBA, New Orleans potrebbe presto dimenticare questa brutta stagione. Due giocatori, tuttavia, non bastano per portare una squadra ai playoff quindi occorre che tutti i Pelicans, dalla dirigenza (in sede di mercato) all’allenatore (nel tipo di gioco scelto in relazione al materiale a disposizione), fino ad arrivare ai giocare stessi, remino nella stessa direzione, consapevoli di poter fare leva su un talento assoluto che risponde al nome di Anthony Davis. Infortuni e continuità: questi i maggiori problemi dei Pelicans dell’ultima stagione; se riuscissero a sistemarli diventerebbero una brutta gatta da pelare per chiunque.
Credits to: Layne Murdoch Jr./NBAE via Getty Images)