Wade non è sicuro di rimanere a Miami

Dwyane Wade-Miami Heat; un rapporto lungo tredici anni e pieno di gioie e successi, che potrebbe essere giunto al capolinea. Le trattative tra la franchigia della Florida e “la guardia più forte degli ultimi vent’anni non chiamata Kobe Bryant” proseguono.

Wade vorrebbe un pluriennale a cifre consistenti, mentre gli Heat – pur riconoscenti nei confronti del giocatore più importante della storia della franchigia – sono restii a offrire un contratto lungo. Già l’anno scorso si era trovato un compromesso in extremis, con “Flash” che aveva firmato un annuale da 20 milioni di dollari.

Il caso Wade si presenta sostanzialmente invariato a distanza di una stagione. La guardia viene da una buonissima annata: nel 2015-2016 ha messo in mostra un fisico integro come raramente era capitato negli ultimi anni (74 partite disputate in regular season) e ha infiammato i playoff con prestazioni d’antan (21.4 punti di media e leadership assoluta in assenza di Chris Bosh). Wade ha comunque 34 primavere sul groppone e un chilometraggio reso ancora più significativo da un gioco fatto di penetrazioni, intensità a mille e contraccolpi continui su ginocchia e caviglie.

Gli Heat sono in modalità attendista. L’anno scorso avevano aspettato fino all’ultimo per giocarsi le proprie chances nella corsa a LaMarcus Aldridge; quest’estate il bersaglio prediletto nella free agency sarebbe invece, ovviamente, Kevin Durant. Con una squadra potenzialmente da rifare (Hassan Whiteside è unrestricted free agent, Bosh potrebbe essere costretto a ritirarsi, pure Luol Deng e Joe Johnson sono free agent senza restrizioni) non è facilissimo pianificare il futuro; c’è da dire, però, che le già scarse possibilità di centrare l’obiettivo Durant diventerebbero nulle senza la conferma di Wade.

Gli agenti di Flash hanno già confermato la disponibilità del proprio assistito a discutere con altre squadre NBA. Diverse franchigie in cerca di esperienza e di talento offensivo (Boston, New York) sarebbero già alla finestra. Altre voci vogliono D-Wade e gli Heat in finto contrasto, con la superstar in attesa proprio per permettere alla propria franchigia di avere più flessibilità salariale (anche l’anno scorso, dopo il “bluff” iniziale, le cose si erano risolte per il meglio). Miami e Wade, in ogni caso, non sono mai sembrati tanto lontani. Solo una vecchia volpe come Pat Riley può mettere a posto tutti i tasselli del puzzle.

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Pubblicato da
Elia Pasini

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