La prossima stagione sarà l’ultima in cui si potranno vedere le divise NBA “vergini”. Dalla stagione 2017/2018 verrà sfatato anche uno degli ultimi tabù legati alla lega più famosa del mondo. Le critiche non sono mancate da parte dei tifosi, ma i proprietari delle franchigie hanno dato sostanzialmente tutti il loro benestare.
Dal punto di vista economico però, l’impatto sarà ancora una volta incredibile. Uno studio di Forbes ha stimato che l’NBA vedrà incrementati i propri introiti di oltre 100 milioni $ all’anno per tutti e tre gli anni dell’accordo. Non male per una lega che si affaccia per la prima volta al mondo delle divise “griffate”.
Ma la pioggia di denaro bagnerà anche le singole squadre ed i giocatori. Infatti, ogni franchigia potrà vendere liberamente il proprio spazio sulla maglia, chiudendo autonomamente gli accordi commerciali. Unico veto della NBA è l’impossibilità di accordarsi con aziende produttrici di alcolici e quelle legate al mondo delle scommesse. L’incasso sarà diviso al 50% tra proprietari e giocatori.
Al momento l’unico accordo ufficiale è quello dei Philadelphia Sixers con l’azienda di compravendita biglietti sportivi StubHub. Il contratto da 5 milioni $ annui farà da termine di paragone per tutti gli altri 29 ancora da siglare. Considerando infatti il record dei Sixers della scorsa stagione (10-72) ed una delle medie spettatori più basse della lega, si attende di scoprire quali possano essere le cifre per i top team.
Ed è proprio di questi giorni la notizia di una richiesta tra i 15 ed i 20 milioni di $ annuali da parte dei Golden State Warriors nei confronti di una sconosciuta azienda interessata alla sponsorship con i Dubs. Per la squadra degli Splash Brother, Draymond Green e adesso anche Kevin Durant forse qualcuno disposto a spendere questa cifra ci sarà!