L’All Star Game del prossimo anno non si terrà in North Carolina. Come spiegato da una nota stampa rilasciata nella notte dalla lega, la scelta di spostare la location della prossima partita delle stelle è dovuta a motivi politici, più precisamente ad una legge approvata qualche mese fa nello stato che discrimina la comunità omosessuale.
Questa legge, denominata House Bill 2, ma conosciuto dai più come Bathroom Law, obbliga i transessuali ad utilizzare i servizi pubblici, e in maniera particolare i bagni, in base al sesso di nascita, causando quindi situazioni di imbarazzo e, secondo molti, una vera e propria discriminazione.
Ecco le parole della lega, sotto forma di nota stampa: “Sin da Marzo, quando l’House Bill 2 è stato approvato, ed il problema della difesa per la comunità omosessuale a Charlotte, è diventato reale, la NBA e gli Charlotte Hornets hanno lavorato diligentemente per creare un dialogo costruttivo al fine di portare cambiamenti positivi. Siamo stati guidati in queste discussioni dai valori che hanno sempre guidato la lega. Questi sono l’uguaglianza, la giustizia, il rispetto per gli altri, ma anche la volontà di ascoltare e considerare punti di vista differenti“.
In aggiunta a queste parole bisogna anche riportare l’attuale volontà sia da parte della lega che degli Hornets, di riportare l’All Star Game a Charlotte nel 2019, “sempre che ci sia una soluzione appropriata al problema“.
L’attenzione della NBA è ora sulla scelta della città che rimpiazzerà Charlotte il prossimo anno, con New Orleans che sembra, ad oggi, la favorita. L’ultima volta che l’All Star Game è stato a New Orleans è stato nel 2014, quando gli introiti stimati per la città in seguito all’evento erano stati di circa 100 milioni di dollari. Altre città candidate sembrano essere New York e Chicago, ma saranno comunque i prossimi giorni a dirci dove si sfideranno i campioni nel febbraio dell’anno prossimo.