Ai box da ormai più di due anni (il primo infortunio al piede che lo colpì risale al giugno 2014), Joel Embiid ha avuto tutto il tempo e il modo di osservare dall’esterno le dinamiche della Lega e soprattutto della squadra che ha deciso di puntare su di lui e di aspettarlo per tanto tempo come i Philadelphia 76ers. Dalla sua posizione di spettatore forzato nel corso della convalescenza, ha potuto assistere da vicino al processo di ricostruzione messo in piedi dal controverso GM Sam Hinkie e, forse, apprezzarne anche gli elementi strutturali.
Il lungo infatti ha postato una foto su Instagram che lo ritrae in panchina con lo stesso Hinkie, e la didascalia pare tesserne le lodi, con tanto di riferimento biblico:
THE GOAT #HeDiedForOurSins #TrustTheProcess
La definizione GOAT in questo caso non deve essere preso come il termine di “capra”, ma come l’acronimo, ampiamente utilizzato per definire giocatori ed elementi di particolare spessore, di “Greatest Of All Time”, “il più grande di tutti i tempi”. Gli hashtag invece (rispettivamente “Morì per i nostri peccati”, frase riferita generalmente a Cristo, e “Credi nel processo”) sembrano indicare come Hinkie sia ormai in discussione per gli scarsissimi risultati ottenuti, ma come per Embiid il processo sia comunque positivo e porterà i suoi frutti.
Personaggio estroso, non è dato sapere quanto serie fossero le sperticate lodi del post del lungo uscito da Kansas e quanto grado d’ironia potesse esserci, ma pare comunque dare indicazione di una certa fiducia da parte di Embiid nella controversa gestione di Hinkie. Il camerunense, peraltro, è dato in ottima forma e pronto al tanto atteso debutto nella Lega, tanto da spingere i Sixers a preferire la cessione del pur positivo Jahlil Okafor piuttosto che la sua. Staremo a vedere quale sarà l’effettivo impatto di Embiid e se il processo darà finalmente i frutti tanto aspettati a Philadelphia, come da lui prospettato, magari anche grazie al suo aiuto.