NBA Zone: il Gallo risponde “In America tra i grandi, con Milano nel cuore”

Durante la domenica dell’NBA Zone, allestito a Milano, nella splendida cornice di piazza Duomo, Danilo Gallinari è stato la star dell’evento, come era stato anche per il giorno precendente.

Durante uno degli spazi che lo vedevano protagonista il Gallo ha risposto alle domande dei fan presenti, che spaziavano su tutte le età.

La serie di domande è iniziata con una precisa richiesta su quale fosse il suo modo di avvicinarsi alle partite.

“Mah, la mattina abbiamo allenamento verso le 10, che non è un allenamento normale ma un allenamento ‘camminato’, dove si guardano gli schemi degli avversari. Poi si torna a casa, si mangia, io mi faccio anche una bella pennica prepartita. Poi dopo, se la partita è alle 7, si va al campo 2 ore/2 ore e mezza prima. Qui comincia tutta la routine, ogni giocatore ne ha una diversa, io ho la mia.”

Di conseguenza, abbastanza scontata, era la richiesta su quale fosse la sua di routine.

“Allora, circa 75 minuti prima della palla a due, inizia il lavoro in palestra in sala pesi. Un’ora prima c’è l’allenamento di tiro e dopo, 40 minuti prima, la riunione con la squadra. 20 minuti prima entriamo tutti in campo. Non ho un rituale scaramantico o una routine particolare, ma ci tengo che tutti i passaggi che ho elencato vengano rigorosamente rispettati.”

La domanda che ha seguito è stata su quali diete facesse.

“Non faccio nessuna dieta particolare, continuo a seguire quella che avevo in Italia, mangiando abbastanza e bene.”

Aneddoti su qualcuno che non ha seguito una dieta salutare o ha mangiato l’impossibile?

“Mi ricordo nel primo anno a New York, giochiamo la prima partita e nell’intervallo un mio compagno di squadra ha ordinato una pizza e l ha mangiata tra secondo e terzo quarto. Ho vomitato io per lui nonostante non l’avessi mangiata.”

Classica domanda poi, su cosa lo avesse spinto a giocare a basket.

“Quando ero piccolo andavo sempre a vedere mio papà, alle partite ed agli allenamenti. Mi è nata così la passione per la pallacanestro.”

Qual’è stata la prima emozione quando sei arrivato in America nello stare al fianco di quei campioni, al top del mondo?

“All’inizio ero molto emozionato perché stavo insieme ai ragazzi che guardavo in tv, poi ti accorgi che anche tu sei un giocatore NBA e stai li per un motivo preciso. Quindi l’emozione va messa da parte e devi iniziare a giocare.”

Una delle domande più interessanti è stata su cosa ascoltasse nel prepartita per essere carico.

“Prima delle partite di solito mi piace ascoltare o Hip Hop o Reggaeton. Quindi Jay Z, Drake, ce ne son tanti.”

I suoi 3 canestri più importanti.

“Non saprei…(‘Danilo step back!’ Urlato dal publico) Sicuramente quello è uno. Gli altri non saprei proprio.”

 

Com’è giocare con Faried?

“Giocare con Kenneth è molto divertente, perché è molto bravo ad occupare gli spazi e soprattutto è un atletsa incredibile. In qualsiasi modo gli si alzi la palla è in grado di andarla a prendere.”

Infine è arrivata la tenera richiesta di una piccola fan, alla quale mancava il Gallo e che lo rivorrebbe a Milano.

“Se dovessi ritornare in Italia non avrei dubbi. L’ho sempre detto, per me esiste una sola squadra e quella squadra ce l’ho anche tatuata sulla pelle. Per me c’è solo Milano

 

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Pubblicato da
Claudio Chirurgi

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