La storia ormai è nota. Sotto la reggenza Hinkie i Philadelphia 76ers hanno accumulato “best player avalaible” su “best player available” al Draft. Peccato si tratti solo di centri e ali grandi. Nerlens Noel (dai Pelicans), Joel Embiid, Dario Saric (dai Magic) e Jahlil Okafor, in rigoroso ordine cronologico. La nuova dirigenza Sixers, con l’accoppiata padre (Jerry)-figlio (Bryan) Colangelo a tenere le fila, è intenzionata a migliorare la squadra, liberandosi dei doppioni presenti a roster.
I due asset principali sono stati individuati, già da tempo, in Noel e Okafor. Giocatori giovani (22 anni Noel, 21 Okafor), ma che hanno già dimostrato di poter stare in NBA ad alto livello. Noel per la difesa (1.5 stoppate di media la scorsa stagione, con un timing sottocanestro da elite NBA); Okafor per l’attacco (17.5 punti e 50.8 % al tiro nel 2015-2016). Entrambi erano stati proposti ai Celtics in cambio della terza scelta nello scorso Draft (usata poi da Boston per Jaylen Brown), ma la trade non si era concretizzata. Ora Colangelo ha deciso di rimetterli attivamente sul mercato. L’idea sarebbe di scambiare almeno uno dei due per un play-esterno di alto profilo da affiancare alla nuova pietra angolare della squadra, l’australiano Ben Simmons.
Il core della frontline Sixers individuato dai Colangelo sembra ormai chiaro: l’asse Simmons-Saric, con Joel Embiid sullo sfondo e pronto per il debutto in NBA dopo due stagione vissute ai margini dei parquet per infortunio. A Philadelphia non c’è più spazio per i doppioni, c’è una squadra da costruire.