Shaquille O’Neal era The Diesel solo in campo: fuori dal parquet è subito diventato noto per i suoi giudizi alla nitroglicerina. Stavolta il bersaglio di uno Shaq-parere o, meglio, di una Shaq-investitura, è il rookie dei Sixers Ben Simmons, prima scelta allo scorso Draft.
L’ex centro dei Los Angeles Lakers e dei Miami Heat, nonché fresco indotto nella Basketball Hall Of Fame, per descrivere il potenziale di Simmons ha scomodato addirittura sua maestà King James:
Ben Simmons è un giocatore alla LeBron. Diventerà un grande, non ho dubbi. È il tipo di giocatore che migliora i compagni; li aiuta dentro e fuori dal campo con il suo mix di altruismo e umiltà.
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Parole di peso (più “di peso” di O’Neal è dura…) che lasciano presagire un futuro roseo per l’ala australiana ventenne. Parole, anche, non del tutto disinteressate. Shaq e Simmons sono “prodotti” della stessa alma mater: LSU, università in cui hanno militato tra gli altri anche Bob Pettit e Pete Maravich. Il primo scelto al Draft 2016 deve dimostrare di meritarsi l’investitura di Shaq e dei Philadelphia 76ers, per continuare la dinastia dei grandi “Tigers” sbarcati in NBA. Il dominio di King James aspetta; il 26 ottobre, contro gli Oklahoma City Thunder, la prima prova tra i pro del potenziale erede del reame.