È inutile dire che il trasferimento più clamoroso dell’ultima offseason sia stato quello di Kevin Durant, nuovo rinforzo dei Golden State Warriors. Una nuova super-pedina da aggiungere ai vari Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green solo per citarne alcuni e non spaventare troppo gli avversari.
Quando tanti campioni si uniscono in una sola squadra, non è mai facile trovare l’equilibrio in campo – visto che la palla è una sola – e soprattutto fuori, con la possibilità di avere in spogliatoio troppi galli in un solo pollaio. Rischio che non sembra esserci dalle parti di Oakland, almeno per il general manager dei Warriors, Bob Myers, che sottolinea l’importanza recitata da Curry in persona nel corteggiamento a Durant nelle parole rilasciate al Jim Rome Show.
Se conosceste Steph, sapreste bene che non ha un ego smisurato. Il giorno dell’incontro con Kevin, l’ha guardato negli occhi e gli ha detto “ti voglio nella nostra squadra”. Dopodiché gli ha scritto un messaggio importante dicendo “non m’importa se vincerai tu l’MVP e lo vincerò io, insieme proveremo a vincere dei titoli. Se poi vincerai anche l’MVP, sarò lì in prima fila ad applaudirti in conferenza stampa”.
Steph Curry è un ragazzo dal basso profilo e si è trovato a ragionare con uno come Kevin Durant a cui non importa nient’altro se non vincere. È questo che credo l’abbia convinto a sposare la nostra causa.