Harden in cerca di riscatto: “I Rockets sono pronti per il salto di qualità.”

Gli Houston Rockets sono stati una delle più grandi delusioni della scorsa stagione NBA. Partiti con ambizioni da team d’elite a Ovest, dopo le Finali di Conference conquistate nel 2014-2015, i texani si sono persi già dopo poche partite, con il rocambolesco licenziamento di Kevin McHale e l’avvicendamento sulla graticola del giovane coach J.B. Bickerstaff. Se la stagione 2015-2016 è stata fallimentare, il più grande fallimento in casa Rockets è stato quello della superstar designata James Harden.

Il Barba, dopo un 2014-2015 passato a battagliare con Stephen Curry per l’alloro di miglior giocatore della Lega (poi conquistato da Steph), è regredito paurosamente, soprattutto a livello mentale. Non bastano una media punti superiore (29 contro 27.4) e un incremento statistico anche a livello di rimbalzi catturati (6.1 contro 5.7) e assist (7.5 contro 7.0); dove Harden è sembrato davvero un altro, questa volta in senso negativo, è nell’approccio tecnico e “psicologico” alle partite. Raramente in controllo, palesemente vittima del dualismo con il declinante Dwight Howard e a tratti addirittura drammatico in difesa; risultato: 1-4 senza appello rimediato dai Warriors al primo turno di playoff, epocale scoppola presa dal (vero) duo di (vere) superstar di Golden State e una lunga estate di riflessione con cui fare i conti.

RIVINCITA

Harden, con il training camp che scatterà il 24 settembre e un Dwight Howard andatosene senza troppi rimpianti con destinazione Atlanta, vuole la sua rivincita. Queste le parole che ha usato con Jonathan Feigen dello Houston Chronicle, proprio per raccontare il rinnovato mindset suo e della squadra intera:

Non c’è paragone rispetto all’anno scorso. Stiamo creando un ambiente che non avevo mai visto da quando sono arrivato a Houston. Ci stiamo scuotendo: vogliamo conoscerci alla perfezione dentro e fuori del campo, come compagni e uomini. Credo che diventeremo una squadra migliore. Per fare il salto di qualità dobbiamo essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda. 

E, sui suoi obiettivi individuali:

Non ho mai smesso di allenarmi. La scorsa stagione è stata deludente. Non lascerò che succeda per due anni di fila. Sto lavorando per ripulire il corpo, la mente e l’anima in vista dell’inizio della regular season. 

I Rockets, proprio per quel che pertiene il capitolo “corpo”, “mente” e “anima”, hanno assunto come head coach il santone del Run’n’Gun: Mike D’Antoni. Il futuro della Houston cestistica riparte da qui: Barba e Baffo alla conquista del West.

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Pubblicato da
Elia Pasini

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