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Media Day – Le dichiarazioni degli Utah Jazz

Gordon Hayward: “Ho lavorato molto duramente per portare la mia condizione su un altro livello, lavorare con Johnnie Bryant mi ripagherà molto. Quando è finita la stagione abbiamo parlato del mio allenamento e implementato il lavoro fisico. Grazie ai nuovi ragazzi sarà più facile giocare, apriranno il campo meglio, siamo migliori rispetto alla scorsa stagione. Questa estate ho fatto un torneo di tennis con delle celebrità, è stato molto divertente sebbene adori essere un giocatore di basket”.

Chris Johnson: “Cerco fare di sempre le cose a modo giusto, ho lavorato molto durante l’offseason sul tiro, sulla mia flessibilità, sul movimento dei miei fianchi specialmente in difesa, dato che sono molto già molto veloce.  Sono molto contento di essere qui a rappresentare i Jazz, mi sento meglio ogni giorno, è davvero una grande opportunità”.

Joe Johnson: “So che Kevin Garnett mi chiamava Joe Jesus perché a suo dire salvavo le partite, è stato un grande compagno e sono contento per la sua carriera, in più portava dei blocchi irregolari fantastici (ride)! Perché sono in Utah? Ho parlato con l’allenatore, specialmente in merito alla quantità giovane talento che c’è in questa squadra e della possibilità di fare i PO, sono qui per dare una mano. Non importa se gioco titolare da 900 e passa partite, ora sono contento, non è importante per me essere titolare, ho 35 anni, voglio dare una mano e far migliorare questi ragazzi. Ancora adesso amo quello che faccio, amo il mio gioco. Penso di continuare con la mia specialità di tiratore. La curiosità sul mio armadio di scarpe? Considerate che colleziono scarpe da 15 anni… Le qualità che voglio portare sono saggezza, leadership sia dentro che fuori dal campo ma soprattutto la capacità di vincere le partite”.

Rodney Hood: “Indubbiamente Joh Johnson è il nome più importante che si è aggiunto. Questa estate ho lavorto molto soprattutto sulle mie abilità di dribbling, ho fatto molto hand work per essere ancora più aggressivo. Dobbiamo assolutamente essere competitivi, entrare in questa mentalità giorno dopo giorno.

Dante Exum: “Adesso basta trattarmi da rookie, non lo sono più e non sono neanche il più giovane (ride)! Sono di ottimo umore, ho perso buona parte dello scorso anno, voglio recuperare. È stato molto duro, ero triste, arrabbiato ed impaurito ma ho dopo l’operazione mi sono focalizzato sulla riabilitazione e su cosa potessi fare per tornare in campo. Passo dopo passo, volevo sempre di più, prima tornare a correre, poi i cambi di direzione, poi ancora le partite. Mi sono concentrato molto anche su come usare correttamente il mio corpo ed implementare la forza. Bisogna imparare ad usare il proprio corpo in diverse situazione, specialmente adesso che finalmente non sento più dolore.

Shelvin Mack: Gioco sempre una gran quantità di partite durante la pausa estiva, vado in palestre di ogni tipo, mi piace troppo giocare. Anche quest’anno ci sarà grande competizione, ma ci faremo trovare pronti”.

Derrick Favors: “Sono migliorato, non voglio solo essere un giocatore normale e guadagnare molti soldi. Voglio migliorare sempre di più, voglio sviluppare il mio gioco, migliorare i jump shot e tiri dalla lunga distanza. Proprio in questo periodo sto lavorando sul mio jumper. So che ci sono tanti giocatori che vorranno la palla in mano. Se arriverà a me? Proverò a schiacciare senza pietà (ride). Abbiamo tanto opzioni a parte scherzi, George Hill, Gordon Hayward e ovviamente Joe Johnson. Lavoriamo tutti i giorni anche sulla difesa, il nostro allenatore ci martella su questo aspetto”.

Raul Neto: Mi sento molto meglio rispetto alla scorsa stagione, ho parlato molto con mio padre e adesso mi sento molto più sicuro di me stesso. Ovviamente è stato fondamentale ed entusiasmante giocare le Olimpiadi a Rio, giocare di fronte alla nostra gente, alla mia famiglia, un’esperienza unica che non capiterà mai più in termini di importanza. La nostra prima partita contro la Lituania e il come back sono stati fenomenali, il pubblico è stato grandioso, il momento più folle delle olimpiadi. I miei obiettivi per la mia seconda stagione in NBA sono quelli di migliorare e imparare dai veterani della squadra, non importa se giocherò poco, punto a migliorare le mie qualità.

Boris Diaw: “Ho parlato con i ragazzi più giovani, sono talentuosi ed affamati, ciò mi rende molto felice di essere qui. Ho iniziato la mia carriera da guardia/ala piccola, adesso ho imparato a fare cose diverse durante il corso del tempo, addirittura qui ho provato a giocare da 5. A seconda della squadra mi adatto, la mia capacità migliore è proprio quella di dare alla squadra ciò di cui ha bisogno, punti, passaggi e così via. La squadra ha già molto talento ed è molto brava in difesa, penso che dovrò portare semplicemente un po’ di tutto…e del buon caffè! (ride). L’unica cosa che conta è vincere le partite, non importa cosa succede. Per esempio in Francia non comprendono come sia possibile essere scambiati, anche in mezzo alla stagione, senza aver diritto di replica. Ma lo sappiamo, sono le regole e lo accettiamo, non dobbiamo prendercela, alla fine è importante giocare e vincere le partite. Posso aiutare Gobert, siamo entrambi francesi, veniamo dagli stessi posti e ci capiamo, posso aiutarlo dal punto di vista offensivo.”

George Hill: “Nel Mondo dove viviamo adesso, in questo momento storico, è importate fare del bene ed aiutarsi tra culture diverse, solo così possiamo risolvere tutti i problemi come esseri umani. Passando alla pallacanestro, sono davvero in plus minus positivo da tutta la carriera? Beh non so il valore che abbia questo, di sicuro l’unica cosa che cerco di fare è aiutare in qualsiasi modo la mia squadra. Mi sono allenato sempre molto nella mia carriera, sono passato dal 35%  al tiro fino ad arrivare al 52%. So che le aspettative sono molto alte, anche per quanto riguarda me, ma siamo una grande squadra…e credo che dovrò continuare ad avere il plus minus positivo!”.

 

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Pubblicato da
Simone Maccari

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