Non è stata un’estate particolarmente allegra per gli appassionati di basket. Dopo il farewell tour di Kobe Bryant sono giunti i fulmini quasi a ciel sereno dei ritiri di Tim Duncan e Kevin Garnett e, in ultimo, l’annuncio dello stop tra una stagione di Paul Pierce.
GOLDEN GENERATION
Per non parlare del caso Chris Bosh: l’ala grande 32enne sotto contratto coi Miami Heat (con cui ha vinto due Titoli, nel 2012 e nel 2013) è in un limbo medico-cestistico che potrebbe portare, anche in questo caso, al ritiro. Bosh, come noto, ha condiviso gioie e dolori del periodo Heat con LeBron James. Il tre volte MVP delle Finals (due volte proprio in quei 2012 e 2013), parlando coi reporter nella giornata di ieri, ha voluto lanciare uno sguardo, malinconico, al futuro:
La prossima generazione a ritirarsi sarà la mia. Ci siamo quasi.
Il riferimento a sé stesso (quasi 32enne), al caso-Bosh e ai superamici-superavversari Dwyane Wade (34enne), Carmelo Anthony (32enne) e Chris Paul (31enne) è evidente.
Le parole di LeBron non lasciano necessariamente presagire un ritiro dietro l’angolo per la “generazione d’oro” del Draft 2003 e di quelli successivi (da citare anche i lunghi 31enni LaMarcus Aldridge, Marc Gasol e Dwight Howard); paiono invece, più che altro, la constatazione della propria mortalità cestistica da parte di uno dei giocatori più influenti della storia del basket. Uno che nelle scorse Finals ha messo insieme una serie di prestazioni da leggenda ma che, prima o poi, come tutte le leggende dovrà appendere la canotta al chiodo e accontentarsi di vederla custodita nell’arca della gloria di Springfield.