Kevin Durant ha festeggiato il suo 28° compleanno lavorando sodo agli ordini di coach Steve Kerr nel training camp dei Golden State Warriors dove l’ex asso di Oklahoma City sembra essersi ambientato al meglio, e i compagni lo stimolano a non cambiare le sue abitudini di gioco. Uno su tutti: Draymond Green.
Ecco le dichiarazioni di Durant rilasciata a Ethan Sherwood Strauss di ESPN dopo l’allenamento di ieri.
Oggi ho tirato davvero molto ma alcuni miei compagni, Draymond su tutti, mi hanno incoraggiato a tirare ancora di più, a essere ancora più aggressivo. Il mio obiettivo principale è aiutare la squadra: quando posso essere utile realizzando tanto, cercherò di farlo al meglio ma non è un must. Posso fare tante altre cose, non solo mettere la palla nel canestro ma aiutare a costruire buoni tiri per i compagni. Ogni partita poi sarà diversa: magari in una posso prendere 25 tiri, in quella dopo 7, chi lo sa. Finora l’importante è che sta procedendo tutto bene: i compagni sono fantastici, stanno cercando di mettermi a mio agio il più possibile. Sul campo c’è pochissimo egoismo e tanta voglia di passarsi la palla: è una bella sensazione.
Non è così automatico anche per un campione del calibro di Durant inserirsi in un contesto molto diverso rispetto a quello a cui era abituato ai Thunder, dove lui era la prima, seconda e terza scelta offensiva, Westbrook permettendo. Ai Warriors sono tante le bocche da fuoco e la squadra prevale sull’individuo: KD dovrà essere bravo a prendere i tiri che gli capitano senza andare a forzare la mano con isolamenti che non sono previsti di norma nell’attacco di Kerr.