La storia di Chris Bosh la sappiamo tutti, inutile ripeterla. Ciò che fino a ieri non sapevamo è se la carriera di Bosh fosse terminata con quella idoneità non concessa da parte dello staff medico degli Heat, o se invece continuerà a calcare i palcoscenici NBA.
CB non ha dubbi:
“Il non aver passato le visite mediche con Miami non vuol dire che la mia carriera è terminata. Ci sono 29 altre squadre nella lega, se una squadra mi ha detto di no non vuol dire che anche tutte le altre mi debbano dire altrettanto.”
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Apprendere la notizia di non aver ricevuto l’idoneità medica non deve essere stato semplice:
“Non appena ho ricevuto la notizia, ho lanciato il telefono dall’altra parte del salone e sono uscito di casa, infuriato. Fortunatamente, il cellulare non si è rotto! Scherzi a parte: non ho ricevuto una chiamata, un messaggio, niente di niente. Però va bene così, la NBA è un grande business, noi giocatori lo capiamo. Ma se nel passato mi dici determinate cose, vinciamo campionati insieme e condividiamo momenti importanti, beh non ti fa piacere venire a conoscenza di certe decisioni dai media (chiaro il riferimento a Pat Riley ndr)”.
Un pensiero anche ai suoi ormai ex tifosi
“Non pensavo la mia carriera agli Heat sarebbe finita in questo modo. Vorrei che i tifosi sappiano che non è come avevo in mente di dire loro addio. Wade ha lasciato la squadra, io non giocherò mai più con la maglia di Miami…si meritano di meglio.”