Coach Kerr ha un’idra al guinzaglio. Gli avversari, impegnati a limitare le minacce principali dell’attacco Warriors, rischiano di vedere spuntare ogni volta una “testa” nuova. Delle innovazioni tattiche apportate da Kerr si è detto in lungo e in largo: la tanto blasonata Death Lineup che ha (quasi) distrutto per sempre la pallacanestro classicamente intesa, l’esecuzione dei giochi a velocità supersonica, il run’n’gun d’antoniano reinterpretato e reso vincente.
Steve Kerr-Sergio Leone (credits to foxsports.com)
Nella parte di Sergio Leone, dovrà trovare il modo di far coesistere il Buono, il Brutto e il Cattivo per tutta la durata del lungometraggio. Senza scontentare Klay Thompson, che rischia, almeno da un punto di vista di “hype”, di scivolare in quarta posizione nelle gerarchie di squadra. Le alternative, pur con la partenza dell’ultraversatile Harrison Barnes, restano infinite. Quintetti extrasmall con Green da centro, quintetti extralarge coi neoarrivati West e Pachulia schierati insieme, quintetti “slow-paced” col rinato Shaun Livingston in cabina di regia.
Kerr deve riportare la squadra alla vittoria, non ci sono alternative. Stoppate di LeBron ad altezza elicottero permettendo.