Eravamo rimasti…che non eravamo rimasti. Indefiniti, sospesi, rinviati a Settembre (o meglio ad Ottobre) come si suole dire in casi del genere, poiché la stagione 2015-2016 degli Houston Rockets è stata semplicemente un passaggio a vuoto.
Decisamente lontano dall’essere stata buona visto l’ottimo risultato della stagione di due anni con le Finali di Conference perse contro i futuri campioni NBA, ma anche insipida al punto da non poter essere considerata un fallimento. Il record della scorsa stagione parla chiaro: 41 vittorie a fronte di 41 sconfitte, con il minimo sindacale – per una franchigia del genere – ovvero i playoff, raggiunti grazie ad una disperata ottava posizione che ha fatto subito ripiombare i tifosi di Clutch City nel solito e odioso incubo, ovvero l’eliminazione al primo turno senza un briciolo di entusiasmo.
Alla base di tutto vi è il licenziamento, a metà Novembre, di Coach Kevin McHale che dopo 4 anni da capo allenatore dei Texani, abbandona Houston in malo modo, complice un inizio di stagione non ottimale da 4 vittorie e 7 sconfitte. Squadra dunque affidata a J.B. Bickerstaff, all’epoca 35enne al suo primo incarico da head coach con il compito di guidare una squadra sperduta verso una meta non ben definita; una scelta azzardata che è sembrata più un voler rimandare a data da destinarsi un problema importante senza voler prendere il toro per le corna.
Piccolo particolare: come detto prima, era solamente Novembre, con un’intera stagione ancora da disputare e tentare di cementare la mini-legacy acquisita dalla finale di Conference. A ciò si è aggiunto il fallimento dell’esperimento Ty Lawson, fortemente voluto dal GM Daryl Morey ma finito per essere tagliato; il presunto, ma non troppo, caso Harden vs Howard, le due stelle della squadra; la mancata cessione di Superman che nel giorno della trade deadline si è ritrovato dall’essere con le valigie in mano ed escluso dal progetto Rockets ad essere di nuovo centro titolare controvoglia (DH12 avrebbe infatti al tempo confessato la sua volontà di accasarsi a Milwaukee), con l’ultima possibilità per ottenere qualche asset attraverso lo scambio di Howard sfumata nel nulla in quanto il centro, in estate, è andato via a costo zero.
Da qui in poi, alzata bandiera bianca, Houston ha deciso quantomeno di salvare la nave dal naufragio navigando il più velocemente possibile verso la fine della stagione per poter resettare tutto e preparare una nuova stagione da zero, a cominciare dal coach fino a scelte di mercato importanti: girata la pagina della stagione 2015-2016: è tempo dunque di scrivere un nuovo (si spera valido) capitolo.