David West è uno dei veterani più importanti nel panorama NBA, pronto a iniziare la sua nuova avventura con la maglia dei Golden State Warriors. Il prodotto di Xavier è ormai un navigato protagonista della Lega da oltre un decennio e ha attraversato diverse annate complicate non solo a livello sportivo ma anche dal punto di vista ambientale per ciò che avviene fuori dalle arene.
Oggigiorno non si parla d’altro che della protesta messa in atto da Colin Kaepernick, quarterback dei San Francisco 49ers, balzato agli onori delle cronache per il suo inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’inno nazionale statunitense in segno di dissenso verso l’eccessiva violenza della polizia nei confronti degli afroamericani. In tanti hanno seguito l’esempio del QB ma qualcuno è da anni che protesta già, vedi West.
Ecco le dichiarazioni a riguardo di West rilasciate a Marc J. Spears del The Undefeated.
A dir la verità io sono anni che protesto: lo faccio fin dai tempi di New Orleans. Da allora durante l’inno mi sono sempre messo per ultimo nella fila e due passi indietro rispetto ai miei compagni di squadra. Non l’ho mai esplicitato ma è così: la mia protesta è ben più profonda rispetto a quella di Colin, che comunque rispetto molto. Voglio dire: gli afroamericani soffrono per tante cose e non solo per la violenza della polizia. Vogliamo parlare dell’istruzione? Vogliamo parlare della mortalità infantile? Come mai noi moriamo giovani e i nostri figli ancora prima? Noi moriamo, gli afroamericani hanno l’aspettativa di vita più breve di tutti. Andiamo, non vorrete mica dirmi che il sistema sanitario funziona? Ci sono tanti problemi, civici e non, ma non posso parlare di civiltà ed essere un cittadino se ancora tanti figli di p*****a non mi riconoscono come un essere umano, perché è così che succede ancora. Non si può instaurare un dialogo e cercare di migliorare le cose se non riusciamo ancora a far emergere il rispetto: è triste da dire ma è così.