La stagione NBA deve ancora iniziare ma, tra l’infortunio occorso alla prima scelta del Draft Ben Simmons, il ritiro della sacra triade Kobe-Duncan-Garnett e le proteste anti-inno americano che si sono estese anche al mondo NBA, di argomenti su cui discutere ce ne sono parecchi. Senza dimenticare uno dei più scottanti in assoluto: il caso-stupro che ha visto coinvolto il neo-play dei New York Knicks Derrick Rose.
Di questo ha voluto parlare Jeff Van Gundy, ex-allenatore proprio dei Knicks e attualmente commentatore per ESPN. Il fratello minore di Stan – coach dei Detroit Pistons – si è espresso in questi termini:
Si può provare a gettare acqua sul fuoco, ma la situazione di Rose grava sul prosieguo della stagione dei Knicks. Non si può trascurare una cosa di questa entità.
E ancora:
Il mio suggerimento è di sospendere per una stagione intera, da qui in avanti, i giocatori che dovessero rendersi protagonisti di un qualsiasi tipo di violenza nei confronti di una donna. E, in caso di recidiva, sospensione a vita. Chi compie un atto di questo tipo non lo fa per errore, ma per scelta. Non possiamo più permetterlo.
La situazione di Darren Collison, sospeso per otto partite per un caso di violenza domestica, è stata citata dallo stesso Van Gundy come esempio-simbolo di come non vadano gestite le cose. Per Van Gundy, a livello di giustizia sportiva, non devono più esserci distinzioni: che si tratti di violenza domestica, di tentato stupro o di stupro vero e proprio, la squalifica deve sempre essere della medesima entità. Senza più mezze misure.
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