L’attacco dei Golden State Warriors edizione 2016-2017 sarà inevitabilmente molto “affollato”. Le neo-superstar Klay Thompson e Draymond Green vorranno tiri, il neo-arrivato Kevin Durant li esigerà per blasone cestistico; Steph Curry della fase offensiva Warriors è stato per 4 anni il sovrano incontrastato. E forse proprio lui, come rilevato anche da coach Kerr nelle ultime ore, dovrà compiere l’adattamento più significativo per permettere a Golden State di diventare una macchina ancora più perfetta di quella vista nella scorsa stagione.
CONSAPEVOLEZZA
Queste le parole di Kerr:
Steph deve essere consapevole di questa cosa, del fatto che molto probabilmente non segnerà 400 triple nella prossima regular season. La distribuzione dei tiri cambierà.
Curry, nel 2015-2016, ha tentato una media di 11.2 tiri da tre a partita. Ma, già nelle prime due partite della preseason in corso, si è visto un cambio di attitudine, nella direzione di una mentalità più da playmaker “puro” e meno da bombardiere inarrestabile. Solo 14, infatti, i tiri tentati da Steph in 40 minuti giocati.
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Difficile dire se questo nuovo stile di gioco verrà esportato anche nella regular season e nei playoff. Due sono le certezze: 1) I Warriors sono in cerca di un nuovo equilibrio, un equilibrio in grado di renderli potenzialmente la squadra offensivamente più devastante della storia NBA 2) Curry rimane il sovrano della Bay Area: i nuovi arrivati, per quanto di nobile lignaggio, dovranno vedersela con la sua, sin qui incontrastata per quanto non sempre irreprensibile, leadership. Game of Zones, per davvero.
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