In seguito al cammeo primaverile di D’Antoni in qualità di vice, in quel di Phila non s’erano fatte attendere le voci che volevano un rimpiazzo imminente anche sul pino Sixers. Ma con l’uomo dei 7 Seconds or Less di nuovo lontano dalla Pennsylvania, non rimane che affidarsi ancora una volta al Cattolicissimo coach dal Cattolicissimo Stato del Maine (per chi non lo sapesse è un territorio più canadese che statunitense, affacciato sull’Oceano Atlantico ed “affollato” da poco più di un milioncino di anime timorate di Dio, un ottavo di quelle che annovera la sola New York City per intenderci).
Per un uomo come Brett Brown, che conserva in un taccuino i sermoni di maestro Pop con reverenza apostolica, la pressione mediatica e il timore di non essere all’altezza non sono contemplabili. È contemplata invece la parola: resilienza. Questa, e non più Trust in The Process, dovrà divenire, in un’accomodante traduzione anglosassone, la chiave di (s)volta per una risalita dal baratro.
credits to: “Philadunkia”, tramite Google
Toccherà in primis a Brown, da brava guida spirituale, indicare alla propria inesperta compagine la via giusta da intraprendere. Si comincerà dal lavorare su di una buona gestione delle rotazioni, per poi limare notevolmente i punti concessi per possesso e magari, infine, alzare di qualche numerino la casella riguardante le vittorie, magari…