La motivazione che portò LeBron James a lasciare i Cleveland Cavaliers nel 2010 fu la voglia di sconfiggere i fenomenali Boston Celtics di quel periodo. Dopo aver visto i suoi Cavs schiacciati più volte ai Playoffs dai bianco-verdi, LBJ si decise a provare la free agency e tentare di costruire una squadra da titolo.
I Miami Heat diventarono la scelta di ripiego dopo aver provato – senza successo e senza reali possibilità – a portare in Ohio qualche altra star di primo livello. Ecco le parole di James riportate da Joe Vardon di cleveland.com.
Sapevo che in quel momento, se volevo competere seriamente per un titolo, avrei dovuto trovare altri ragazzi allo stesso livello di Paul [Pierce], Ray [Allen], Rondo, KG [Kevin Garnett] e gli altri. Avrei voluto farlo qui [a Cleveland, ndr]: ho passato l’estate a fare telefonate, provando a convincere gente a venire qui, ma continuavano a declinare le nostre offerte.
MEZZI ECONOMICI – I Cavaliers dell’epoca non avevano i mezzi economici per costruire una squadra veramente competitiva.
E in quel periodo non avevamo nemmeno abbastanza soldi per prendere qualcuno. Sapevo che D-Wade era free agent, e anche Bosh, Amar’e [Stoudemire], Carlos Boozer lo erano, quindi sapevo di dover provare a mettere insieme una squadra per battere Boston. Quello era il mio unico obiettivo.
TUTTI CONTRO UNO – La scelta di James ha indubbiamente portato frutti: due anelli e due vittorie sui Boston Celtics ai Playoffs durante la sua permanenza a South Beach. Dopo aver passato anni cercando di battere i Celtics, ora LeBron sa di essere lui stesso l’obiettivo numero uno dei general manager avversari:
La differenza è che io volevo battere Boston. Adesso vogliono battere me.
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