Non è andata come ci si aspettava. Non è andata come si aspettavano i tifosi Warriors, non è andata come si aspettavano i tifosi non Warriors, non è andata come si aspettavano i giocatori dei Golden State Warriors. Non è andata, soprattutto, come si aspettava Steph Curry (e Kevin Durant). 129-100 per gli Spurs a Oakland e debutto stagionale col botto, in negativo, per la nuova Golden State.
LAVORO
Curry ha detto la sua a fine partita:
Abbiamo tanto lavoro da fare, inutile negarlo. Credo, però, che il nostro sia un ottimo punto di partenza da cui crescere.
Gli ha fatto eco coach Steve Kerr:
Non abbiamo azzeccato la preparazione della partita. Abbiamo sbagliato tiri facili, ma questa per me non è mai una preoccupazione; mi preoccupa più il fatto che sulle palle vaganti e sui secondi tentativi non c’eravamo mai. Mentalmente San Antonio era molto più pronta.
Certo, non sarebbe stato onesto neanche aspettarsi dei Warriors subito in grado di spremere ogni oncia del proprio incredibile potenziale. L’approccio, tuttavia, deve cambiare immediatamente. Tutte le più grandi squadre della storia NBA, se sono arrivate fino in fondo, lo devono in primis all’approccio. Tutto il resto, il talento, è contorno.
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