“E’ strano, ma dobbiamo farci l’abitudine”.
Le dichiarazioni post-Warriors sono di Tony Parker, e no, non si riferiscono al fatto che sia strano battere in casa Golden State con 29 punti di scarso, bensì al fatto che, per la prima volta dal 20 aprile 1997, i San Antonio Spurs abbiano giocato una partita senza Tim Duncan a roster, e “strano”, in questo contesto, non può che essere l’unica parola spendibile.
A rincarare la dose arrivano poi anche le dichiarazioni di coach Popovich, per la prima volta senza il suo compagno di mille battaglie:
“Era come una ‘coperta di Linus’ per tutti noi. Anche quando le cose andavano storte, era come il centro del nostro universo e tutti sapevamo come muoverci intorno a lui. Senza quel fondamentale ragazzo, dovremo aspettare e vedere chi sarà in grado di prendere e accettare il suo ruolo”.
Infine, non potevano mancare a riguardo le parole dell’ultimo dei Big Three, Manu Ginobili:
“Penso che sentiremo la sua mancanza sempre di più nel corso della stagione, quando inizieremo a fare fatica. Tutto è così nuovo adesso, ma penso che nel corso dell’anno ci mancherà sempre di più”.
A San Antonio la scorsa notte sarà anche iniziata ufficialmente l’era post Duncan, ma 19 anni sono infiniti, e non vedere più in campo “The Big Fundamental” non sarà facile per nessuno, specie per i suoi vecchi compagni di avventure.