C’è chi per lo sport dà il sudore. Chi il sangue. Chi i testicoli. È il caso di Manu Ginobili, che ha parlato dell’infortunio subito nella scorsa stagione che lo ha costretto a operarsi in zona “gioielli di famiglia”.
COJONES
Ormai la parola di cui sopra è entrata nel lessico sportivo più o meno universalmente accettato (sorella cattiva di termini calcistici come “garra”, o “falso nueve”). E chi, più della 39enne guardia dei San Antonio Spurs, è uomo di “cojones”?
Ginobili, in una recente intervista rilasciata a News 4 San Antonio, ha commentato il più doloroso e insolito dei (tanti) problemi fisici sofferti nel corso della carriera:
Ho immolato il mio testicolo destro per la causa Spurs. Ho dato tutto per questa maglia. Tutto. Ora posso dirlo senza paura di essere smentito.
L’argentino si è infortunato a febbraio quando, in una partita degli Spurs contro i New Orleans Pelicans, Ryan Anderson lo ha colpito con una ginocchiata fortuita. Risultato: dolore atroce, operazione e una dozzina di partite saltate. Ma ora Ginobili, giunto alla 15esima stagione NBA e con un curriculum infinito di accadimenti in stile “ho visto cose che voi umani…”, ha pure la forza di scherzarci sopra. Cojones, è sempre la solita storia.
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