Un nuovo coach, una nuova scelta alta nel Draft (si legga Kris Dunn) ma i soliti vecchi problemi: questi Minnesota Timberwolves faticano a fare il vero salto di qualità.
Ogni anno, prima dell’inizio di una stagione, tra appassionati ed addetti ai lavori si sprecano i pronostici: a partire dai più classici come quello per la vincitrice del titolo o per il vincitore del titolo di MVP, a quelli più fantasiosi come quello su chi avrà il record peggiore ad aprile. Quest’anno, però, tra Golden State e Cleveland per il titolo, Westbrook, LeBron & co per l’MVP e gli altri, l’unica certezza sembrava essere quella sulla squadra rivelazione della stagione: i giovani ed atletici Minnesota Timberwolves di Towns, Wiggins, Lavine, Dunn e Thibodeau.
Ad oggi, per quanto siano state giocate solamente due partite, la situazione sembra però essere molto diversa, dato che il record della franchigia di Minneapolis recita 0-2. Dopo la sconfitta di sabato per 106-103 contro i Sacramento Kings, coach Tom Thibodeau, intervistato da Jerry Zogda di Minneapolis State Tribune, ha spiegato quale, secondo la sua opinione, è il più grosso problema della sua squadra: la solidità.
Ecco le sue parole:
Ci manca solidità sotto tutti i punti di vista: mentale, fisica, emozionale. Ogni squadra ha due o tre giocatori primari su cui viene concentrata la maggior parte della pressione, e devono rispondere. Non è però soltanto responsabilità di uno. È responsabilità di tutta la squadra. Dobbiamo restare uniti e giocare ed allenarci con disciplina.
Nonostante la cattiva partenza e le tante aspettative sulle spalle dei TWolves, bisogna sempre considerare che la squadra del Minnesota è quella più giovane della lega, e che, pur essendoci un enorme potenziale, Wiggins, Towns e compagni hanno bisogno di tempo per crescere ulteriormente e far diventare la loro squadra una seria contender prima per i playoff e poi, negli anni a venire, per il titolo.