Chissà quanto possa essere strano ritrovarsi sul divano, in pantofole, magari con bibite e popcorn a portata di mano, a guardare partite di basket quando per due decadi di quel parquet sei stato assoluto dominatore.
Per informazioni a riguardo citofonare casa Bryant dove il proprietario, Kobe, sta vivendo la prima stagione NBA della sua vita dalla nostra parte della televisione e non più dall’altra.
Proprio di questo, l’ex “24” dei Los Angeles Lakers (si, a quell’ex è ancora difficile abituarsi) ha parlato ai microfoni di Ramona Shalburne della ESPN, in una lunga chiacchierata dove ha affrontato diversi temi, partendo proprio dalla sua nuova attività di spettatore:
Ho guardato alcune partite in questi primi giorni di regular season. Ma no, non c’è alcuna chance di vedermi di nuovo giocare. Non ne sento la mancanza. Ed è strano, molto strano. Un paio di anni fa non avrei mai creduto di poter pensare ciò. Ora però mi godo solo le partite da spettatore.
Guai però a chiamarlo “pensionato”. Con la Nike ha subito intrapreso un nuovo percorso che lo vede ora imprenditore a tempo pieno, come dimostra il fatto che in questo ultimo periodo stia presentando al mondo l’ultimo modello di scarpe a lui dedicate, le “Kobe A.D.“:
Abbiamo pensato alle tante situazioni di gioco e al modo per essere il più efficienti possibile e abbiamo elaborato di conseguenza questa scarpa.
Tornando però alla sua vita da telespettatore, chissà cosa pensa dell’inizio di stagione di Anthony Davis, Westbrook o Kawhi Leonard?
Sì, li ho seguiti. Certo, non molto attentamente, ma appena sono a casa e ho la possibilità di guardarmi qualche partita me la guarda. Sono però riuscito a notare una cosa davvero particolare: alcuni giocatori sono partiti straordinariamente bene, cosa strana visto che di solito nelle prime settimane di regular season si lavora per entrare man mano in ritmo. Quest’anno invece hanno iniziato alla grande, cosa molto rara.
Non può invece dare ancora un suo parere riguardo i Lakers:
Non li ancora seguiti in maniera tale da poter esprimere un giudizio. Conosco Luke [Walton] molto bene e credo di avere un’idea su come abbia intenzione di lavorare. Naturalmente passeranno alcuni alti e bassi, alternando ottime partite a brutte prestazioni. Ma sono giovani, questo è il loro percorso di crescita. Sono convinto che con il passare del tempo faranno bene“.
Ad uno come Kobe Bryant non può ovviamente stare a cuore la questione dei disordini sociali e, proprio per questo, desiderare sottolineare lo sforzo da parte di alcuni giocatori come Carmelo Anthony, Chris Paul, Dwyane Wade e LeBron James:
Stanno facendo qualcosa di grande. Anche io, nel mio, sto cercando di aiutare i giovani a capire che questo tipo di problematica è reale ed esiste.
A pochi giorni dall’8 Novembre, una considerazione sulle elezioni è d’obbligo, partendo da chi per esempio lui voterà:
Non mi sono pubblicamente espresso su chi voterò, ma non credo ci voglia tanto a capire da che parte sto. Per chi sostiene il contrario di ciò che si pensi sostenga io – e se mi avete seguito in questi anni credo che abbiate capito chi sostengo – beh… è il tuo punto di vista, che Dio ti benedica.