Kent Bazemore è uno che non dimentica: l’ala piccola degli Atlanta Hawks ha trovato in Georgia il contesto giusto dove ritagliarsi un angolino di tutto rispetto nella NBA dopo alcuni anni in cui ha faticato a imporsi. Undrafted nel 2012, il prodotto di Old Dominion riuscì a strappare un contratto ai Golden State Warriors dove però faticò a trovare spazio e furono più le sue apparizioni in D-League che nella Lega.
A inizio 2014 venne inserito nella trade per Steve Blake coi Los Angeles Lakers dove Bazemore ebbe una chance importante facendosi trovare pronto: 13.1 punti di media in circa 28 minuti d’utilizzo. Sembra il primo passo per un soggiorno stabile in California ma gli angeleni non esercitarono la qualifying offer prevista nel suo contratto da 1.1 milioni di dollari lasciando il nativo di Kelford, North Carolina, migrare verso Atlanta.
Nell’ultima estate tuttavia i gialloviola hanno tentato di riportare Bazemore allo Staples Center ma KB ha rifiutato l’offerta da 72 milioni di dollari per quattro anni dei Lakers per rifirmare un accordo della stessa durata a due milioni in meno con gli Hawks.
Il perché? Lo spiega Bazemore in un’intervista rilasciata a Mark Medina dell’Orange County Register.
Una cosa molto importante in questa Lega è sentirsi desiderato. I Lakers non esercitarono la clausola a loro disposizione per una cifra ridicola, dimostrando quanto credessero davvero su di me e sulle mie capacità. Quella scelta fu determinante e chiuse qualsiasi capitolo. Continuo a ringraziare la loro organizzazione per avermi dato la possibilità di giocare e poter dimostrare il mio valore, ma non porto rancore. Il business è business: loro hanno fatto le loro scelte, io ora faccio le mie.