Effetto Trump. Ad una settimana dall’elezione del tycoon a 45° Presidente degli Stati Uniti D’America, negli States le proteste degli oppositori non accennano a scemare e, a quanto riportato da Marc Stein e Zach Lowe della ESPN, l’uragano starebbe per colpire anche il mondo della lega NBA.
Non è un mistero che diversi giocatori, con LeBron James in prima linea, si siano schierati apertamente in favore della candidata democratica Hillary Clinton, così come non sono passati inosservati i tweet di disapprovazione verso il magnate statunitense da parte del proprietario dei Dallas Mavericks Mark Cuban.
Rumors dell’ultim’ora vogliono però che, al momento, almeno 3 franchigie NBA avrebbero interrotto il rapporto di collaborazione con la catena di hotel di Donald Trump: ergo, durante le trasferte non alloggeranno più negli alberghi a marchio DT situati nelle città di New York e Chicago.
Le squadre in questione sembrerebbero essere i Mavericks, appunto, i Milwaukee Bucks ed i Memphis Grizzlies.
Oltre alle 3 appena citate, un’altra squadra, di cui la ESPN non rivela il nome, è in procinto di interrompere il suo programma di soggiorno presso gli hotel in questione, mentre invece 7 franchigie, delle quali anche in questo caso non si conosce l’identità, continueranno a soggiornarci.
La ESPN ha contattato tutte e 30 le franchigie chiedendo loro quali saranno i loro piani in vista delle trasferte nelle città dove vi sono gli alberghi a marchio Trump, come NYC, Miami, Chicago e Toronto.
In tutta risposta, non solo ai rumors appena citati, Donald Trump ha affermato di “non essere affatto preoccupato del fatto che la sua elezione potrebbe avere ripercussioni negative sul suo marchio aziendale, in quanto il suo intento ora è quello di salvare il Paese; tutto il resto, compresi i suoi hotel, al momento sono solo ‘noccioline'”.