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Vocabolario NBA: Chi è e cosa fa il Commissioner?

Il commissioner è la persona scelta per guidare e controllare una lega sportiva, nella fattispecie la NBA.

Dopo aver capito come si entra in NBA, spiegando il funzionamento del Draft e della Lottery NBA (parte 1 e parte 2) con la rubrica Vocabolario NBA, proviamo ora a capire chi è che comanda. O, per meglio dire, ha un ruolo di vertice. Quindi chi è e cosa fa il commissioner della NBA?

“COMMISSIONER” NON È UN “FALSO AMICO” – Pur senza avere una laurea in lingue straniere, è facile capire che la parola “Commissioner” si possa tradurre molto semplicemente con “commissario” [in realtà l’autore una laurea in lingue ce l’ha, ma per sicurezza ha controllato…]. Il “police commissioner”, per esempio, è il nostro questore. Secondo l’Oxford Dictionary il commissioner è «an official chosen by a sports association to control it».

QUINDI COMANDA LUI IN NBA? – Non proprio. L’autorità del commissioner proviene dai team che compongono la NBA e i suoi poteri sono limitati dai regolamenti interni, dal contratto collettivo (CBA, il famigerato Collective Bargaining Agreement) e ovviamente dalle leggi degli USA. Il commissioner deve utilizzare i propri poteri per garantire gli interessi della lega che rappresenta, sia all’interno che all’esterno.

David Stern, non ancora in carica, nel 1983 con l’allora commissioner Larry O’Brien. Quello che ha dato il nome al trofeo. Credits to: www.foxsports.com, via Google.

QUINDI DI CHE SI OCCUPA? – Il commissioner ha a che fare con contratti TV, rapporti di lavoro, salute dei giocatori, rapporto con le leggi nazionali, relazioni pubbliche, ricerca di investitori e nuovi media. Ma soprattutto si deve confrontare con i proprietari delle squadre. Proprio uno dei più rumorosi, Mark Cuban (Dallas Mavericks), con la seguente dichiarazione ha descritto cosa si aspetta dal commissioner il proprietario di una squadra NBA.

Un bravo commissioner capisce che la lega è dei proprietari delle squadre e tiene per sé un sottile margine di manovra. Permette a noi proprietari di votare le regole e si assicura che le rispettiamo. Per quanto riguarda gli affari, sfrutta le capacità imprenditoriali dei proprietari e chiama a lavorare i migliori talenti possibili per mettere noi nella migliore posizione per avere successo. La sua visione è importante, ma un commissioner moderno impone alla lega di prendere decisioni chiare e trasparenti.

COSA SÌ E COSA NO – La costituzione della NBA specifica la sua facoltà di punire o sospendere giocatori per dichiarazioni e condotte che risultino negative per la lega. Inoltre la stessa costituzione concede al commissioner poteri piuttosto ampi nel punire i «colpevoli di una condotta non conforme agli standard di moralità e fair play». Deve essere chiaro che il commissioner sia in ogni caso sottoposto ai proprietari delle franchigie, anche se il suo ruolo può risultare decisivo nell’orientare le scelte della lega e nell’imporre l’agenda di lavoro. I limiti maggiori arrivano dal CBA, l’accordo che i giocatori stipulano con la lega tramite la NBPA, la loro associazione.

UN PO’ DI STORIA – Per risalire al prototipo della figura di commissioner negli sport americani, bisogna tornare indietro fino al 1903, quando nella MLB (Major League Baseball) venne istituito una specie di triumvirato, molto debole, alla guida della lega. Come la storia insegna, è dalle crisi che nascono nuove idee: nel 1930 la MLB venne sconvolta dal “Black Sox Scandal”, una calciopoli ante litteram legata ai Chicago White Sox. Era necessario un uomo forte al comando. I proprietari delle squadre scelsero il giudice Kenesaw Mountain Landis, dandogli ampio potere e la facoltà di intervenire con «azioni preventive, riparatorie o punitive» ogni volta che qualcuno legato al baseball rischiasse di danneggiare gli interessi della MLB. Il potere dei suoi successori e degli omologhi delle altre leghe venne ben presto limitato, rispetto al piglio quasi dittatoriale dell’ex-giudice Landis.

Kenesaw Mountain Landis, il primo commissioner della MLB. Uno con cui non vorreste litigare.

IN NBAMaurice Podoloff fu il primo al vertice della NBA, quando nel 1946 nacque con il nome di BAA (Basketball Association of America). La sua carica era ancora quella di president. Sotto di lui si assistette all’introduzione del Draft, alla fusione con la NBL (National Basketball League) e alla rapida evoluzione della giovane NBA. Rimase in carica fino al 1963 e a lui è intitolato il trofeo di MVP della stagione regolare, il Maurice Podoloff Trophy. Gli succedette J. Walter Kennedy, che guidò la lega con il pugno di ferro fino al 1975. Nel 1967 la sua carica venne rinominata commissioner. Contribuì superare varie difficoltà, come la concorrenza della ABA (American Basketball Association), e a produrre ingenti guadagni. In suo onore esiste un premio per l’impegno degli atleti nel sociale. Il trofeo per i campioni NBA porta invece il nome di Larry O’Brien, che guidò la NBA dal 1975 al 1984. In questo periodo la NBA mise a segno colpi importanti, come l’assorbimento della ABA e la firma di mega-contratti TV (per l’epoca) con la CBS. Per molti dei suoi successi dovette probabilmente ringraziare uno dei suoi consiglieri, che divenne anche suo successore e deus ex machina dell’espansione globale della lega nei 30 anni seguenti: David Stern. Criticato e amato per le sue scelte, Stern è l’uomo della tolleranza-zero, del dress-code, dell’istituzione della lottery e della creazione della WNBA e della D-League. Nei 30 anni esatti di servizio (01/02/1984 – 31/01/2014) ha visto nascere sette squadre, mentre altre sei hanno cambiato città. Ha dovuto affrontare ben quattro lockout e – più recentemente – ha visto l’introduzione delle multe per flopping. Il commissioner in carica, Adam Silver, dopo aver fatto carriera nell’organizzazione di Stern, pochi mesi dopo la nomina ha dovuto scontrarsi con una spinosissima questione: il caso Donald Sterling.

Hakeem Olajuwon e David Stern nel 1984. Stern e Anthony Bennett nel 2013. Ovvero il primo e l’ultimo Draft di Stern. Uno pensa che le cose migliorino, e invece…

Sperando che la figura del commissioner possa essere ormai meno oscura, Vocabolario NBA torna la prossima settimana con una nuova puntata. Sempre di martedi, sempre alle 17 in punto su NbaReligion.com.

La rubrica #VocabolarioNBA:

Altre letture, in inglese, sul ruolo del commissioner:

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Pubblicato da
Alessandro Bonfante

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