Ce le ricordiamo tutti le voci di un team “rovinato” dall’arrivo di Durant, di un team che non avrebbe potuto più essere tremendamente ingiocabile come quello dello scorso anno. Voci maligne che hanno riempito la testa dei tifosi Warriors ad inizio stagione, dopo le prime (ed uniche) 2 sconfitte stagionali.
Ad oggi, però, i Golden State Warriors si trovano in testa alla Western Conference (15-2 il record) e battendo i Minnesota Timberwolves hanno saputo agguantare l’undicesima vittoria consecutiva. Crisi? Ma va.
La buona notizia del match casalingo contro Minnesota è stata la risposta del team all’assenza di una pedina fondamentale come Draymond Green: dopo un primo tempo ballerino, con i Warriors in difficoltà a produrre il solito inimitabile stile di gioco, la franchigia di Minneapolis non ha più saputo rispondere a Steph Curry (17 punti nel solo terzo quarto, 34 totali con 8 rimbalzi e 6 assist) ed ai soliti Durant (28 punti, 10 rimbalzi, 5 assist, 6 stoppate) e Thompson (23 punti). Risultato finale: 115 a 102 per Golden State.
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Dall’altra parte c’è da segnalare l’ottima prestazione di Zach LaVine, 31 punti conditi da ottime percentuali al tiro, a cui si accompagnano i 18 punti del “solito” Towns e Andrew Wiggins. A proposito di quest’ultimo, ma che schiacciata è: