Evan Turner non trova spazio a Portland

La carriera di Evan Turner è sempre stata ricca di incognite e dubbi sul suo reale talento. Dopo essere stato draftato nel 2010 dai Philadelphia 76ers con la seconda scelta assoluta, l’ex Ohio St. ha cambiato casacca ben tre volte: Indiana, Boston, e Portland. A Boston sembrava aver trovato la sua dimensione, grazie a coach Brad Stevens e a un nucleo di giovani talenti amalgamato alla perfezione. Nonostante i vari rumors riguardanti una possibile rifirma, in estate arriva un nuovo contratto per Turner: 70 milioni in 4 anni da parte dei Portland Trail Blazers.

Purtroppo l’inizio di stagione non è stato dei più brillanti, Turner ha dovuto lottare per il posto da titolare con Maurice Harkless fin dalla pre-season, una sfida persa dall’ex Celtic, che è stato così rilegato in panchina. Pochi giorni fa lo sfogo di Turner:

A Boston avevo trovato la situazione giusta che mi avrebbe permesso di fare il salto di qualità. La mia carriera è arrivata a un punto cruciale, e se non trovo il modo di giocare con continuità i risultati saranno catastrofici. In passato ho avuto coach che non hanno saputo comprendere il mio gioco, mettendomi in posizioni che non risaltavano le mie doti di cestista. Quando finalmente avevo trovato l’ambiente giusto, le cose non sono andate minimamente come mi sarei aspettato.

Chi più di tutti ha sentito la mancanza di Turner sono gli stessi Celtics ai quali manca l’atletismo e le penetrazioni dal perimetro che l’anno scorso garantiva l’ex Ohio St. 

Devo solamente abituarmi al gioco dei Blazers. A volte mi preoccupo troppo, penso di non potercela fare. Partire dalla panchina è dura, specialmente per me che ero titolare a Boston. La dirigenza mi ha rassicurato dicendomi di giocare come so fare e il posto sarà mio, ma la Western Conference è pazza, qui c’è molta più competizione, e ogni sera lotti con giocatori talentuosi; è difficile fare la differenza, ma io so chi sono e cosa posso dare alla squadra.

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Pubblicato da
Matteo Platto

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