In occasione della partita di domenica Frank Vogel, coach degli Orlando Magic, ha voluto cambiare 2 quinti dello starting five della squadra, inserendo D.J. Augustin e Bismack Biyombo rispettivamente al posto di Elfrid Payton e Nikola Vucevic.
I Magic hanno iniziato la gara con maggiore energia, ma nel complesso il nuovo quintetto titolare non ha portato grossi benefici. A tale proposito è intervenuto proprio Frank Vogel, che ha spiegato ai media locali le ragioni di queste scelte:
Siamo al 30esimo posto per quanto riguarda l’attacco di squadra. Voglio esplorare nuovi assetti e combinazioni nei 9 giocatori che sono solitamente all’interno della rotazione. In questa partita ho potuto così sperimentare e verificare alcune idee di gioco che avevo in mente già da tempo. Ad esempio, ho fatto gestire maggiormente la palla ad Evan Fournier per alzare il numero di possessi e il numero dei tiri da tre punti. Ho potuto utilizzare, inoltre, Biyombo e Ibaka insieme, con il primo a rollare a canestro sui pick & roll e il secondo ad aprirsi sulla linea da tre punti per ricevere il pallone e tirare piedi per terra. In questo modo sia Payton che Vucevic hanno potuto prendersi più libertà uscendo dalla panchina ed avere così un vantaggio qualitativo sulla second unit avversaria. Non solo: Nikola Vucevic ha giocato e giocherà lo stesso ammontare medio di minuti che ha avuto nelle gare precedenti, pur uscendo inizialmente dalla panchina. Ho tre big men da far ruotare e sto tenendo in considerazione tutte le opzioni disponibili per poter migliorare la nostra fluidità offensiva.
Al termine della sconfitta dei Magic subita per mano dei Milwaukee Bucks è stato intervistato anche il centro Nikola Vucevic – visibilmente scontento e amareggiato per il risultato -, che ha parlato proprio della scelta di coach Vogel di farlo partire dalla panchina:
Ho parlato con l’allenatore e ovviamente la sua decisione non mi ha reso felice. Non pensavo che ci fosse un valido motivo per la mia ‘retrocessione’ alla panchina. Non posso farci niente, è una decisione sua e del coaching staff. Quello che posso controllare è dare sempre il massimo quando sono in campo e dimostrare a me stesso e ai miei compagni di essere un professionista esemplare. E’ questo ciò che conta veramente.