2. I passaggi no-look di Earvin Johnson
Se da una parte i passaggi no-look confondono gli avversari, dall’ altra stupiscono gli spettatori. Se poi questo passaggio diventa un assist per una schiacciata, tanto meglio: ne giovano sia i compagni che il pubblico. Di highlights così Johnson ne può vantare a bizzeffe, contribuendo al cosiddetto Showtime dei Lakers di quegli anni, guadagnandosi anche il soprannome di Magic. Sebbene non fu il primo a ricorrere al no-look, e nemmeno l’ultimo, divenne il suo marchio di fabbrica, poiché dotato di una grande creatività: in ogni situazione ci si poteva aspettare un suo assist senza guardare. Sapeva infatti in anticipo dove si sarebbero andati a posizionare i suoi compagni, e unendo ciò ad una straordinaria visione e ad un ball-handling fuori dal comune, per Magic il passaggio spettacolare diventava un gioco da ragazzi. Proprio per la sua capacità di far sembrare facili delle azioni tutt’ altro che semplici, pensiamo si meriti il secondo posto.