Phil Jackson in queste ore ha rilasciato una lunga serie di dichiarazioni al talk show sportivo di CBS Sports “We Need to Talk”. Dopo aver parlato delle divergenze delle ultime settimane con LeBron James, il presidente dei New York Knicks si è focalizzato anche sulla propria superstar, nonché grande amico di LeBron stesso, Carmelo Anthony.
SFIDA TRA GRANDI
Secondo Jackson, Anthony sarebbe molto simile per atteggiamento, nel bene e nel male, a Michael Jordan e Kobe Bryant, i due superesterni avuti in gestione da Coach Zen quando era allenatore dei Chicago Bulls e dei Los Angeles Lakers:
Carmelo ha la tendenza a tenere la palla ferma per troppo tempo, per tre o quattro secondi, pure cinque, e il nostro attacco a volte fatica a girare alla giusta velocità per questo motivo. L’attitudine un po’ accentratrice di Melo è una delle cose su cui stiamo lavorando di più negli ultimi tempi; lui sta facendo tutto il possibile per mettersi a disposizione della squadra e per correggere questa tendenza controproducente.
Poi sono arrivati i complimenti:
Melo fa parte di quella categoria di giocatori alla Michael Jordan e alla Kobe Bryant, è in grado di interpretare quel ruolo offensivo da realizzatore inarrestabile. Quando riesce a isolarsi sul lato debole è incontenibile; per riuscire a liberare lui e i nostri attaccanti migliori dobbiamo muovere bene la palla: buona fluidità nei passaggi e isolamenti efficaci sono due punti imprescindibili e consequenziali del nostro attacco.
E ha chiuso rispondendo all’inevitabile domanda sull’Attacco Triangolo:
Non è l’Attacco Triangolo in sé a far vincere le partite. Sono i bravi giocatori a portare una squadra alla vittoria. Poi, certo, anche i bravi giocatori hanno bisogno del giusto sistema e di una squadra organizzata intorno per riuscire a esprimere al massimo il proprio potenziale.
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