Di solito gli atleti professionisti evitano i discorsi prettamente politici, per evitare di “sporcare” la propria immagine pubblica, a parte i LeBron James/Michael Jordan del caso che sono talmente al di sopra del bene e del male da potersi permettere di dire sostanzialmente quel che vogliono. Non è il caso di Andrew Bogut, centro australiano dei Dallas Mavericks attualmente infortunato, che si è visto piovere addosso un fuoco incrociato di critiche per una serie di tweet ritenuti poco politically correct.
LIBERTÀ
Pietra dello scandalo, in particolare, è stato il tweet del 24 novembre scorso in cui Bogut si è scagliato contro le persone coinvolte nel caso Pizzagate (poi rivelatosi una bufala), che ipotizzava un’implicazione del Partito Democratico Statunitense all’interno di un articolato giro di pedofilia.
Bogut si è difeso dalle critiche con queste parole, rilasciate a ESPN:
Nessuno mi ha mai chiesto direttamente delle mie idee politiche. Non sono né di estrema destra, né di estrema sinistra. Non mi sembra di aver scritto nulla di così grave: è vero che quella del Pizzagate poi si è rivelata una bufala, ma nel tweet ho solo riportato la mia visione delle cose.
E poi, allargando il discorso:
Il bello di vivere in Occidente, di essere Americani o Australiani, è che puoi dire quello che vuoi. Io penso di essere libero di esprimere le mie idee e chi non è d’accordo con me è libero di chiamarmi sessista, misogino, o come gli pare. Non me ne frega niente del giudizio di queste persone.
E ha chiuso parlando di Hillary Clinton e Donald Trump:
Pensano che io sia di estrema destra o che supporti Trump per certe cose che ho scritto su Twitter. In realtà ho scherzato sia sulle posizioni della Clinton, sia su quelle di Trump. I social media sono fatti anche e soprattutto per parlare di argomenti importanti in tono scherzoso e colloquiale. Non do nessun peso alle parole di chi prende sempre tutto sul serio e non ha senso dell’umorismo.
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