Periodo tormentato in casa New York Knicks, nonostante il discreto sesto posto occupato nella Eastern Conference (12-10 di record). Al centro del turbine sono il presidente Phil Jackson e la superstar Carmelo Anthony, con il primo che ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto “affilate” su Melo, definendolo un accentratore. L’ala dei Knicks era stata a propria volta critica nei confronti dell’ex Coach Zen, riguardo al coinvolgimento di quest’ultimo in una polemica di stampo razziale con LeBron James. Arriva ora il terzo capitolo della diatriba, con Melo che ha risposto – non rispondendo – alle critiche arrivate da Jackson.
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ENTROPIA
Anthony, in un’intervista rilasciata al New York Daily News, si è espresso in questi termini:
Non voglio parlare di Phil Jackson e di quello che ha detto, non so neanche cos’ha detto di preciso su di me. Non voglio perdere la concentrazione, devo rimanere focalizzato sui miei obiettivi e sui traguardi stagionali. Si tratta solo di vincere e di avere un buon rapporto coi miei compagni.
I Knicks, poche ore dopo l’intervista di Melo, hanno perso di 32 punti contro i Cleveland Cavaliers dell’amico/nemico LeBron James, con Anthony che si è reso protagonista di una partita da dimenticare, con 8 punti e 4-9 al tiro in 29 minuti di gioco (e un pessimo -31 di plus/minus). L’atmosfera, in quel di New York, continua a essere tesa. Nonostante il “no comment” di Anthony, è evidente come dirigenza e giocatori non stiano remando esattamente nella stessa direzione. I Knicks sono partiti a inizio stagione con l’intento di dare l’assalto ai piani alti della Eastern Conference: per dar seguito a queste aspirazioni hanno bisogno di essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda, presidente e superstar in primis.
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