James Harden regala cioccolatini

Gli Houston Rockets sono una delle sorprese positive di questo inizio di stagione. Il record di 26-9 nonostante un calendario insidioso li ha rimessi sulla mappa delle pretender ad Ovest. L’arrivo di Mike D’Antoni in Texas, in una delle decisioni più moreyane (Morey è il GM di Houston) di sempre ― non sta funzionando il nostro modo di giocare estremo? Bene forse è perché non siamo stati sufficientemente estremisti ―, e la partenza di Dwight Howard hanno portato a due cose: una ridefinizione del sistema di gioco attraverso un check up che non ha riguardato solo l’avere un roster migliore e più profondo per giocare il Run & Gun (in questo caso Gordon e Anderson, firmati in estate, stanno aiutando molto) ma anche e soprattutto il definire la scala gerarchica della squadra. E grazie, appunto, alla partenza dell’ex stella di Magic e Lakers adesso non c’è più alcun dubbio su chi sia l’attore protagonista.

Con Harden libero di sentirsi il padrone totale della squadra i Rockets stanno volando. Dal punto di vista realizzativo viaggia a grandi linee sulle medie dello scorso anno con 28.5 punti a partita (contro i 29 di un anno fa) anche se con meno tiri ed una migliore percentuale dal campo. Per quanto riguarda gli assist invece Harden è completamente esploso. Certamente i princìpi ― e soprattutto le fantastiche spaziature ― del sistema di D’Antoni lo stanno aiutando, ma se Harden quest’anno sta distribuendo 12 assist di media a partita il merito è prevalentemente suo.

Ma il Barba non si limita a dare buoni palloni a compagni smarcati; non scompone il gesto al freddo uso necessario (segnare un canestro). Essendo un jazzista dal cuore caldo Harden rifinisce i suoi assist facendoli sembrare capolavori barocchi, ed al fortunato compagno di turno arriva un cioccolatino che aspetta solo di essere scartato e gustato. Ovviamente non tutti i cioccolatini sono uguali (anche se sono tutti buonissimi). Cerchiamo di catalogare gli assist serviti da Harden ai suoi compagni, attribuendo ad ognuno un valore di difficoltà e di cioccolatosità diverso.

Spezzare le difese con guarnizione di corner-three 

Questa categoria vi è offerta da Butterfinger, barrette facili da spezzare

ma dal gusto deciso e croccante come una tripla con metri di spazio.

James Harden possiede una dote fondamentale: il controllo. In qualsiasi momento, in ogni azione, in ogni parte del campo Harden dà sempre l’impressione di essere completamente sotto controllo. Questo si riflette in una sorta di lentezza che lo rende difficile da decifrare per gli avversari e, grazie alla potenza nella parte superiore del corpo, è in grado di assorbire i contatti senza perdere lucidità. Harden riesce a rendere normale qualcosa che non dovrebbe esserlo come spezzare le difese avversarie per poi riaprire regalando una comoda tripla piedi per terra.

La sua presenza in campo è come una calamita per le difese avversarie, che preferiscono togliergli la palla dalle mani anche a costo di lasciare libero un altro avversario. In questa azione contro Sacramento si vede bene come l’obiettivo primario dell’intera difesa dei Kings sia soffocare l’azione di Harden, ma il Barba grazie al controllo riesce a trovare una via di fuga regalando tutto lo spazio possibile a Corey Brewer che segna da tre. I maggiori beneficiari sono Gordon, Ariza e Anderson e non a caso i primi due sono ben oltre la media di triple prese a partita in carriera, mentre il terzo (lontano dal carrer-high ma ben oltre le 6 a sera) sta tirando il 41% da oltre l’arco.

Premiare il Roll (anche senza vederlo)

Questa categoria vi è offerta da Almond Joy, la freschezza del cocco

mischiata alla gioia dei rollanti ai quali basta davvero poco per segnare.

Harden è bravissimo anche a capire come sfruttare sempre a suo vantaggio il pick-and-roll. La presenza di tiratori affidabili sul perimetro, che mettono la difesa costantemente in allarme costringendola a smagliarsi orizzontalmente, gli permettono di subire meno pressione e di poter giocare a due col centro di turno con una efficacia pazzesca. Così come per i Suns con Nash, D’Antoni sfrutta tantissimo questa situazione, e Harden è semplicemente perfetto nel capire quando punire il diretto avversario con penetrazioni o step-back spacca-caviglie, così come è in grado di comprendere quando è il momento di servire il lungo, al quale basta rollare a canestro ed aspettare la sfornata buona.

Il controllo, e soprattutto l’andamento controllato, permettono al Barba di essere pericoloso in ogni frame del suo attacco e di poter sfruttare le mani da pasticciere per lasciar andare questi capolavori. Grazie al sistema dantoniano Harden può trovare i rollanti anche ad occhi chiusi tenendo conto che quest’anno sembra anche fidarsi di più dei compagni, ed è migliorato molto nelle letture: è sempre un passo avanti rispetto alle difese avversarie e se deve passare dei tiri per darne di più comodi ai suoi compagni non c’è problema, come in questa doppia azione contro i Knicks dove premia due volte consecutive il roll di Harrell che ha tutto il tempo per gustarsi l’ennesimo ciocco-regalo.

Voglia di correre a due mani

Questa categoria vi è offerta da Snickers, 

tutto quello che vi serve per correre.

Si sa, le squadre di D’Antoni vogliono sempre spingere sull’acceleratore e giocare partite ad alto numeri di possessi, distruggendo gli avversari a suon di transizioni offensive. Harden, abituato a giocare questo tipo di pallacanestro, ha sviluppato negli anni una tecnica di passaggio a due mani fluida rispetto alla corsa per mangiare quella frazione di secondo (necessaria) in più per mandare a canestro un compagno. Almeno un paio di volte a partita i Rockets provano questa soluzione e per quanto le difese si sforzino di non concedere transizione riescono sempre col finire mangiati dalla rapidità di questa giocata. Essere compagni di squadra di Harden dev’essere un po’ come essere gazzelle nella savana: ogni mattina sai che dovrai alzarti ed iniziare a correre.

Frenesia Tutti Frutti

Questa categoria vi è offerta da Skittles, 

un arcobaleno d’imprevedibile libidine.

L’ispirazione arriva all’improvviso e quando ti prende devi assecondarla. Saranno esistiti passatori più spettacolari di Harden ma anche il prodotto di Arizona State quando è ispirato è in grado di regalare colpi sopra le righe, anche per i suoi standard molto alti. La cosa bella di tutto ciò sta nel fatto che Harden è molto vario nella sua genialità e questo lo rende imprevedibile; ma d’altronde si sa, la vita è una scatola di cioccolatini

La Rompi-Mascella

Questa categoria è offerta dalle caramelle Gobstopper,

soprannominate anche Rompi-Mascella a causa del loro guscio rigido

e della faccia che farete dopo aver subito un canestro del genere.

Questa più che una categoria è una rarità visto che viene usata soltanto nelle occasioni molto speciali. Il suo essere accentratore gli permette di avere tutti gli occhi su di se come Tupac, ed Harden è un maestro nello sfruttare questo a suo vantaggio, soprattutto in situazioni di isolamento. Nella pallacanestro di D’Antoni uno dei principali “credo” riguarda il movimento degli uomini, oltre che della palla; gli Houston Rockets eseguono tantissimi tagli in ogni partita cercando di muovere e far muovere gli avversari e, a parte Golden State, nessuna squadra segna tanto da situazione di taglio.

Questo tende a facilitare il compito di Harden che sa che avrà sempre una seconda opzione anche di fronti ai raddoppi più arcigni, ma riuscire ad eseguire un passaggio del genere resta comunque una cosa per pochissimi anche in una lega di fenomeni. Ma non abbiate paura di rompervi i denti, una volta spaccate le Gobstopper sono buonissime esattamente come un assist del genere per un lay-up a quaranta secondi dal termine del supplementare.

Alley-Oop Über Alles

Questa categoria vi è offerta da Mounds, simile alla Almond Joy

ma con una fondente schiacciata volante alla fine.

Se c’è una cosa che Harden ha dato prova di gradire quest’anno è alzare un alley-oop per un compagno. I Rockets utilizzano moltissimo questa giocata, Harden la utilizza moltissimo; e non potrebbe essere altrimenti vista la sua capacità di battere il diretto avversario e porre quello in aiuto di fronte ad una scelta quasi impossibile: esitare restando a metà strada permettendogli così di arrivare fino al ferro o tentare di recuperare finendo però con lo staccarsi dall’uomo di sua competenza primaria ritrovandosi in mezzo al più classico degli alley-oop.

Harden ama alzare palloni per i suoi centri in qualsiasi occasione e momento della partita; sia ad inizio partita (come nell’esempio qua sopra) come nei momenti cruciali, sia in penetrazione come da zone ben più lontane del campo. I Rockets utilizzano spesso un pick-and-roll centrale che Harden può giocare coi due lunghi (spesso Anderson e Capela) avendo molteplici opzioni: può sfruttare i due blocchi alti per puntare le difese e arrivare al ferro in punta di saxofono, può premiare il pop di Anderson che si apre sempre dopo il blocco e può premiare il roll di Capela con l’alzata dopo il vantaggio preso sul blocco dello svizzero. Mortale.

Ma se c’è una categoria (o selezione) di assist che Harden preferisce è quella che mischia l’alley-oop col nome del giovane centro svizzero Clint Capela, infortunatosi lo scorso 18 dicembre e che starà fuori diverso tempo.

Coccolare Capela

Questa categoria vi è offerta da Reese’s Peanut Butter,

semplicemente il più buono di tutti.

Quando si parla di cioccolata nessuno è più competente degli svizzeri e il buon Capela ha capito tutto con un giro di anticipo. Gli basta seguire il filo del Barba per essere costantemente pericoloso, ed Harden deve vederlo come un feticcio perché, se fra tutti ha un target preferito, quello è di sicuro Capela. James Harden regala cioccolatini a tutti sia chiaro, solo che a Capela un po’ di più, come quando si è piccoli e durante le feste si regalano più dolcetti alla ragazzina del nostro cuore.

La connessione tra i due è perfetta e Capela fa esattamente cosa dovrebbe fare un centro che gioca assieme ad Harden: correre, rollare sui blocchi, saltare. Stop. Il fatto che Capela, fino al momento dell’infortunio patito il 18 dicembre, sia stato il secondo miglior giocatore della lega per percentuale dal campo (63.2%) la dice lunga sul livello di prelibatezza che Harden gli ha rifilato tutte le sere. Non solo, nonostante i canestri di Capela siano stati solo una compilation di schiacciate e facili appoggi al tabellone, Harden è riuscito a farlo sentire speciale perché non si è limitato semplicemente ad alzargli la palla, ma ha ripercorso con lui tutte le categorie di assist elencate qua sopra, facendogli capire che era il prediletto.

Anche a lui ha regalato morbidi passaggi a due mani per premiare lo scatto in transizione offensiva, anche a lui ha premiato il bel roll dopo il blocco. Ma anche senza visuale di passaggio, come abbiamo visto fare con Nene? Certo che sì. E dei momenti Frenesia Tutti Frutti invece? Niente paura, Harden ha saputo regalare un assist ad effetto anche al pupillo svizzero, così come per lui ha molte volte rinunciato allo scarico fuori per la tripla dopo aver tagliato nel mezzo la difesa.

Per Harden la voglia di servire Capela è stata talmente grande che anche quando ha sbagliato il passaggio, si è ripreso il pallone vagante e gli ha sparato un missile sotto canestro. È stata talmente grande che quando i Rockets hanno avuto un contropiede tre contro zero ha deciso di premiare comunque lui invece degli altri compagni. È stata così grande da creare per lui una nuova categoria, la Rompi-Mascella-Volante: si tratta della Rompi-Mascella, eseguita nello stesso modo, ma dove alla fine al posto del passaggio teso Harden sostituisce un’alzata perfetta che permette a Capela di segnare mentre è in volo.

Gli Houston Rockets stanno andando molto bene e tutto fa credere che torneranno ad essere un brutto avversario in vista dei playoff. Harden sta giocando una stagione straordinaria ― a questi ritmi il premio di MVP è più di una possibilità ― e sa bene che per fare dei suoi Rockets una squadra davvero competitiva deve continuare a dare cioccolatini ai suoi compagni. A tutti i suoi compagni.

Okay a Capela qualcuno in più.

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Pubblicato da
Niccolò Scarpelli

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