Barkley mette in guardia i general manager NBA: “Lasciate Cousins dov’è”.

Le carriere di Charles Barkley e DeMarcus Cousins hanno diversi punti in comune: nati entrambi in Alabama (a distanza di 27 anni l’uno dall’altro), i due – in poche stagioni dall’ingresso in NBA – sono entrati nel novero dei migliori giocatori della Lega, pur se circondati da infiniti interrogativi di stampo caratteriale. Barkley non è mai riuscito a redimersi completamente ed è “marchiato” come uno dei giocatori più forti di sempre a non aver vinto un Titolo NBA. La carriera di Cousins sta percorrendo una parabola simile: già al settimo anno ai Sacramento Kings (Barkley è rimasto otto anni ai Philadelphia 76ers, franchigia che lo ha draftato nel 1984, prima di tentare la fortuna nel fallimentare superteam dei Phoenix Suns di inizio anni ’90), di stagione in stagione sta migliorando nelle cifre ma non nell’attitudine, fallendo nell’intento di condurre i Kings fuori dal limbo cui sembrano condannati vita natural durante. Il nome del centro continua a essere inserito con insistenza in ipotesi di trade più o meno concrete e proprio Barkley, oggi commentatore per TNT, si è espresso nelle ultime ore sulla questione Cousins, al solito senza peli sulla lingua.

HIGH RISK, NO REWARD

Queste le parole di Barkley, rilasciate a Sirius XM NBA Radio:

Io, se fossi un general manager, non proverei mai a prendere Cousins. In cambio i Kings chiederebbero troppo, considerando il fatto che il rischio, smantellando mezza squadra per prendere uno come lui, è quello di finire licenziati. Credo che Cousins ormai sia in NBA da troppi anni per poter cambiare, il suo carattere rimarrà quello: ha un sacco di talento, ma non combinerà mai nulla perché non sa ammettere i propri limiti ed errori. 

“Boogie” in stagione ha 29 punti, 10.7 rimbalzi e 3.3 assist di media, con il 45% dal campo e il 37% da tre. Numeri che, all’interno di un contesto vincente, lo proietterebbero di diritto ai primi posti della corsa all’MVP. Ma i Kings sono solo noni nella Western Conference, con 12 vittorie e 17 sconfitte. La colpa, come rilevato da Barkley, è anche delle sfuriate dello stesso Cousins (delle quali vi lasciamo una “selezione” a fine articolo).

DMC ha solo 26 anni e ancora diverse stagioni di alto livello davanti. Ma la rotta – se non già segnata come suggerisce Barkley – va corretta immediatamente. Il rischio è quello di finire proprio come il Barkley giocatore: tra i migliori della propria generazione, ma senza un Titolo NBA in bacheca.

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Pubblicato da
Elia Pasini

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