In principio fu un video. Già perché tutto è iniziato per un video postato dai Thunder su Twitter, nel quale si vedeva Westbrook, al termine del riscaldamento pre-partita contro i Timberwolves(partita poi vinta da OKC per 112-100), correre negli spogliatoi urlando un ‘thank you…’ ed un nome non perfettamente comprensibile. Le polemiche sono quindi iniziate quando qualcuno ha stabilito che quel nome fosse ‘Kyrie’, e che quindi il ringraziamento fosse diretto a Irving, autore del game-winner contro i Warriors, squadra nel quale milita l’ex compagno di squadra(ed ex amico?) di Russell: Kevin Durant.
Interrogato sull’argomento negli spogliatoi, Westbrook prima è cascato dalle nuvole e dopo ha fornito, con un sorriso comunque incapace di nascondere l’evidente fastidio, la sua spiegazione dei fatti(qualora ce ne fosse anche bisogno).
Cosa?!?! C***o, ma vi sembro uno che fa queste cose?!? Quando dovrei averlo detto? Sul serio, quale video?! Non direi mai il nome di un altro giocatore in questo modo. ‘Thank you Kyrie’! Ma per chi mi avete preso?!? Stavo parlando dell’allenatore di mia figlia che si chiama Jayme! Thank you Jayme! Non Kyrie. Non ho intenzione di dire altro a riguardo. Manterrò il mio morale alto perché non ho intenzione di farmi coinvolgere in queste sciocchezze. Prossima domanda.
A distruggere i castelli di carta dei ‘complottisti della prima ora’ c’è anche il dato temporale assolutamente inconciliabile. Il riscaldamento dei Thunder si è infatti concluso alle 4.02 p.m, mentre il tiro di Irving è arrivato esattamente 13 minuti dopo. Di conseguenza, a meno che oltre alle spiccate doti cestistiche non si vogliano riconoscere a Westbrook anche eccezionali capacità divinatorie, il playmaker dei Thunder non poteva ancora sapere che i Cavs avrebbero vinto la partita, né tantomeno che Kyrie avrebbe segnato il tiro della vittoria.
In una domanda successiva, anzi, il playmaker dei Thunder ha addirittura dichiarato di non aver nemmeno guardato la partita, così come ‘any other basketball game’. Sì, ecco, forse qua, qualche dubbio viene anche a noi Russell.